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Vigneti eroici o storici: raggiunta intesa Stato-Regioni

Previsto dal Testo unico del vino, il Decreto del MiPAAFT individua i vigneti eroici o storici che potranno usufruire di una parte dei fondi previsti dal Programma Nazionale di sostegno al settore vitivinicolo. Soddisfazione espressa dall’UNCEM.

Nel corso della Conferenza Stato -Regioni del 6 giugno 2019 è stata sancita l’Intesa sullo schema di Decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e del turismo concernente la salvaguardia dei vigneti eroici o storici

 La Legge 12 dicembre 2016 (G.U. n. 302 del 28.12.2016) “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino” (il cosiddetto “Testo Unico del Vino”) contiene all’art. 7 il riconoscimento e la salvaguardia dei vigneti eroici o storici, affermando che “Lo Stato promuove interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia dei vigneti delle aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o aventi particolare pregio paesaggistico, storico e ambientale, denominati vigneti eroici o storici“, dando il mandato al Ministro per le Politiche agricole di individuarli e definire gli interventi finanziabili.

Si tratta di un importante tassello per tutelare zone meravigliose del nostro Paese e per valorizzare imprese che operano con tecniche tradizionali, spesso in condizioni impervie, che con le loro etichette rappresentano spesso dei fiori all’occhiello di una produzione enologica di altissima qualità.

I vigneti eroici sono quelli ubicati su terreni che abbiano una pendenza superiore al 30%, quindi in aree dove le condizioni orografiche creano impedimenti alla meccanizzazione, in territori con un’altitudine superiore ai 500 metri, caratterizzati da impianti su terrazze o gradoni o situati in piccole isole – ha affermato Leonardo Di Gioia, Assessore Agricoltura, Risorse agroalimentari, Alimentazione, Riforma fondiaria, Caccia e Pesca, Foreste della Regione Puglia e Coordinatore della Commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome – Quelli storici debbono avere una produzione anteriore al 1960, con forme di cura tradizionale, oppure con sistemazioni idrauliche-agrarie storiche o di particolare pregio paesaggistico, appartenenti ad aree iscritte al Registro Nazionale Paesaggi Rurali di interesse storico oppure riconosciute dall’UNESCO o individuate con leggi regionali”.

Nel 2014 l’UNESCO ha inserito le aree viti-vinicole di Langhe-Roero e Monferrato, in Piemonte, nella World Heritage List, quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità, e ora con ogni probabilità l’Assemblea del Comitato preposto del 7 luglio 2019 a Baku (Azerbaijan) riconoscerà come tale anche le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, in Veneto.
Altrettanto è accaduto alla vite ad alberello di Pantelleria, consacrata come modello di coltivazione da salvaguardare, promuovere, studiare, in condizioni di scarsa piovosità e di forti venti e su terreni impervi sui quali sono stati realizzati magistrali terrazzamenti.

Inoltre, come Patrimonio immateriale dell’Umanità, l’UNESCO ha inserito lo scorso anno l’Arte dei muretti a secco che sono il simbolo di viticoltori eroici che nei secoli sono riusciti a plasmare i territori, adattando i vigneti alle condizioni geomorfologiche e climatiche dell’ambiente.

Saranno le Regioni a ricevere le domande dei produttori per il riconoscimento dei vigneti eroici o storici, svolgere l’istruttoria delle domande e tenere, garantendo anche i successivi controlli.

Il riconoscimento di questo genere di vigneti – ha sottolineato Di Gioia – comporterà per le aziende la possibilità di poter fruire di una parte dei fondi previsti dal Programma Nazionale di sostegno al settore vitivinicolo che complessivamente, nell’ultima rimodulazione, prevede circa 337 milioni di euro per tutti gli interventi previsti. Una parte di questi sicuramente sarà indirizzata proprio al ripristino, al recupero, alla manutenzione e alla salvaguardia dei vigneti eroici e storici che, ricordiamolo, utilizzano vitigni autoctoni”.

Ha espresso soddisfazione per l’intesa raggiunta l’UNCEM (Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani) che parla di “montagna nel bicchiere”, alludendo al fatto che molti vigneti eroici sono ubicati nei comuni montani, in aree strappate all’abbandono e alla fragilità dei versanti.
Penso alle Cinque Terre, alla Penisola sorrentina e alla Costiera amalfitana, a Pomaretto e alla Val Susa, a Carema e alla Valtellina, all’Alto Adige e al Friuli, alla Val d’Aosta e a tutte quelle produzioni di altissimo livello, lungo le Alpi e l’Appennino. Una biodiversità vitivinicola che ci rende unici al mondo – ha affermato il Presidente UNCEM, Marco BussoneAdesso il MiPAAFT deve investire un po’ di risorse su questo fronte. Non bastano infatti le intese e i decreti. Faremo in modo che una parte dei fondi previsti dal Programma Nazionale di sostegno al settore vitivinicolo sia indirizzata proprio al ripristino, al recupero, alla manutenzione e alla salvaguardia dei vigneti eroici e storici e non siano il residuo di altre produzioni ‘più importanti’. Risorse dedicate, consistenti, per evitare che la montagna nel bicchiere frani a valle. Senza tutela e valorizzazione il rischio di nuovo abbandono e fragilità delle imprese è forte. Quelle aziende vitivinicole chiedono più di ogni altra misure di fiscalità di vantaggio, oltre a sburocratizzazione. Agiscono in condizioni e con mezzi diversi dalle altre, come monorotaie e secchi a spalle. Lavoreremo con i rappresentanti delle imprese. E con chi crede in questo settore da sempre”.

In copertina: particolare dei vigneti a “bocca di lupo” di Carema (TO) coltivati sulle ripide pendici rocciose del monte Maletto, a un’altitudine compresa tra i 350 e i 700 metri sul livello del mare (foto UNCEM).

 

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