La Commissione UE ha adottato una proposta di revisione della Direttiva EPB sulla prestazione energetica degli edifici per stimolare la ristrutturazione di case e altri edifici. Nessun divieto di vendita o affitto per edifici a basse prestazioni energetiche, ma al 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero e quelli ristrutturati almeno in classe F.
Dopo la proposta di modifica del Regolamento 2019/631/UE sui livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri nuovi che di fatto introduce il divieto di vendita sul mercato UE delle auto e furgoni leggeri a combustione interna dal 2035, suscitando le vivaci reazioni da parte delle case costruttrici, la Commissione UE ha adottato il 15 dicembre 2021 la proposta di revisione della Direttiva EPB sulla prestazione energetica degli edifici, anche questa prevista nel Pacchetto “Fit for 55”, che introduce l’obbligo al 2030 per tutti i nuovi edifici di essere a emissioni zero, e che a sua volta aveva sollevato allarmi in Italia, tant’è che il Vicepresidente della Commissione UE, nel corso della Conferenza stampa di presentazione della proposta, è intervenuto in lingua italiana.
“Bruxelles non vi dirà che non potete vendere la vostra casa se non è ristrutturata – ha affermato il Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, Frans Timmermans.- E nessun burocrate di Bruxelles confischerà la vostra casa se non è ristrutturata. Il patrimonio culturale protetto e le case estive possono essere esentate. La nostra proposta non contiene alcun divieto di vendita o affitto per gli edifici che saranno qualificati nella classe G, cioè per quel 15 per cento degli edifici identificati come quelli a peggiore efficienza energetica nel singolo paese”.
Lo strumento legislativo proposto, secondo la Commissione UE, è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e al 2050, dal momento che gli edifici dell’UE rappresentano il 40% dell’energia consumata e il 36% delle emissioni di gas serra legate all’energia, con il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria che nell’insieme sono responsabili dell’80% dell’energia consumata dalle famiglie.
Ci sono più di 30 milioni di unità immobiliari nell’UE che consumano un’energia eccessiva (almeno 2,5 volte di più rispetto agli edifici medi) che fa aumentare le bollette energetiche delle famiglie. I vantaggi di bollette energetiche più basse sono ancora più rilevanti nell’attuale contesto di prezzi elevati dell’energia. Le persone che vivono in edifici con le prestazioni peggiori e coloro che affrontano la povertà energetica trarrebbero vantaggio da edifici rinnovati e migliori, nonché da costi energetici ridotti, e sarebbero protetti da ulteriori aumenti e volatilità dei prezzi di mercato.
“Stimolare la ristrutturazione di case e altri edifici sostiene la ripresa economica e crea nuove opportunità di lavoro – ha dichiarato Timmermans – Inoltre, la ristrutturazione energetica comporta bollette energetiche più basse e alla fine l’investimento si ripaga da solo. Prendendo di mira gli ostacoli alla ristrutturazione e fornendo sostegno finanziario per gli investimenti iniziali necessari, la proposta odierna sul rendimento energetico degli edifici mira ad aumentare il tasso di ristrutturazione energetica in tutta l’UE. La sua attenzione agli edifici con le prestazioni peggiori dà la priorità alle ristrutturazioni più convenienti e aiuta a combattere la povertà energetica”.
Per sfruttare il potenziale di un’azione più rapida nel settore pubblico, la revisione della Direttiva EPB propone che tutti i nuovi edifici pubblici devono essere a emissioni zero già a partire dal 2027. Ciò comporta che consumino poca energia, siano alimentati il più possibile da fonti rinnovabili, non emettano CO2 da combustibili fossili e indichino il loro potenziale di riscaldamento globale sulla base delle loro emissioni dell’intero ciclo di vita sul loro certificato di prestazione energetica.
Per quanto riguarda le ristrutturazioni, vengono proposti nuovi standard minimi di prestazione energetica a livello dell’UE, che richiedono che il 15% del patrimonio edilizio con le prestazioni peggiori di ciascuno Stato membro sia aggiornato dal grado G dell’attestato di prestazione energetica almeno al grado F entro il 2027 per edifici non residenziali e 2030 per gli edifici residenziali. Questa attenzione iniziale sugli edifici con le prestazioni più basse soddisfa il duplice obiettivo di massimizzare il potenziale di decarbonizzazione e di alleviare la povertà energetica.
Con le nuove proposte, gli Attestati di Prestazione Energetica risulteranno più chiari e conterranno informazioni migliorate. L’ obbligo dell’attestato di certificazione energetica è esteso agli edifici oggetto di importanti ristrutturazioni, agli edifici oggetto di rinnovo del contratto di locazione e a tutti gli edifici pubblici. Anche gli edifici o le unità immobiliari che vengono offerti in vendita o in affitto devono essere muniti di certificato e la classe di prestazione energetica dovrà essere indicata in tutti gli annunci. Entro il 2025, tutti i certificati devono essere basati su una scala armonizzata da A a G.
I Piani nazionali di ristrutturazione degli edifici saranno pienamente integrati nei piani nazionali per l’energia e il clima (PNEC), garantendo la comparabilità e il monitoraggio dei progressi e creerà un collegamento diretto con la mobilitazione dei finanziamenti e l’avvio delle riforme e degli investimenti necessari. Questi piani dovranno includere tabelle di marcia per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili nel riscaldamento e raffreddamento entro il 2040 al più tardi, insieme a un percorso per trasformare il patrimonio edilizio nazionale in edifici a emissioni zero entro il 2050.
È previsto un più facile accesso alle informazioni e costi inferiori per i consumatori per contribuire a promuovere la ristrutturazione. Con la nuova proposta si introduce un “passaporto per la ristrutturazione” dell’edificio che fornisce ai proprietari uno strumento per facilitare la loro pianificazione e una ristrutturazione graduale verso il livello di emissioni zero. La proposta definisce gli “standard di portafoglio ipotecari” quale meccanismo per incentivare i finanziatori a migliorare il rendimento energetico del loro portafoglio di edifici e incoraggiare i potenziali clienti a rendere le loro proprietà più efficienti dal punto di vista energetico. La Commissione invita inoltre gli Stati membri a includere considerazioni sulla ristrutturazione nelle norme sul finanziamento pubblico e privato e a istituire strumenti adeguati, in particolare per le famiglie a basso reddito. Non dovrebbero essere concessi incentivi finanziari per l’installazione di caldaie a combustibili fossili a partire dal 2027 e gli Stati membri hanno la possibilità giuridica di vietare l’uso di combustibili fossili negli edifici.
Secondo la Commissione UE, la revisione della Direttiva EPB incoraggia l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) e delle tecnologie intelligenti per garantire che gli edifici funzionino in modo efficiente e richiedono la creazione di banche dati digitali degli edifici. Per quanto riguarda la mobilità, la proposta sostiene l’introduzione di infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici negli edifici residenziali e commerciali e rende disponibile un parcheggio più dedicato per le biciclette.
“Dobbiamo fare qualcosa con urgenza, poiché oltre l’85% degli edifici di oggi sarà ancora in piedi nel 2050, quando l’Europa dovrà essere climaticamente neutra – ha sottolineato la Commissaria UE per l’Energia, Kadri Simson – Migliorare le nostre case è anche una risposta efficace agli alti prezzi dell’energia: gli edifici con le prestazioni peggiori nell’UE consumano molte volte più energia di quelli nuovi o adeguatamente ristrutturati. E spesso i loro abitanti sono i più vulnerabili vivendo in case meno efficienti e quindi faticano a pagare le bollette. La ristrutturazione riduce sia l’impronta energetica degli edifici che i costi energetici per le famiglie, stimolando anche l’economia e la creazione di posti di lavoro”.
Oltre al pacchetto odierno, la Commissione ha pubblicato un Documento di lavoro dei servizi che delinea possibili scenari per un percorso di transizione verso un ecosistema di costruzioni più resiliente, più verde e più digitale, con cui gli Stati membri, le parti interessate del settore e tutti gli altri attori interessati sono invitati a partecipare attivamente alla creazione di una visione per il futuro dell’ecosistema edilizio. Ulteriori informazioni, punti di vista, nonché idee per azioni concrete, impegni e investimenti possono essere forniti attraverso un’indagine, aperta fino al 28 febbraio 2022.