Fonti rinnovabili

Posti di lavoro nelle rinnovabili: 2023 tasso di crescita più elevato

L’ultimo Rapporto congiunto IRENA-ILO sui posti di lavoro nelle rinnovabili evidenzia il gran balzo in avanti  registrato nel 2023, anche se sottolinea che la crescita non è stata regionalmente uniforme, sottolineando la necessità di un approccio olistico che vada oltre la ricerca dell’innovazione tecnologica per raggiungere rapidamente l’obiettivo di triplicazione al 2030 delle energie rinnovabili al minor costo possibile e dia priorità alla creazione di posti di lavoro dignitosi e alla partecipazione attiva di lavoratori e comunità nel dare forma alla transizione energetica.

Il 2023 ha visto il più grande aumento di sempre di posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili, da 13,7 milioni nel 2022 a 16,2 milioni.

Il dato emerge dal RapportoRenewable Energy and Jobs. Annual Review 2024” che l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) ha pubblicato il 1° ottobre 2024 in collaborazione con l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), l’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite, che analizza le tendenze in materia di distribuzione e filiera e mette in evidenza i contesti politici complessivi che plasmano la creazione di posti di lavoro sia oggi che in futuro.

Giunto alla XI edizione, il Rapporto fa parte dell’ampio lavoro analitico di IRENA sull’impatto socio-economico di una transizione energetica basata sulle energie rinnovabili. Questa edizione, la IV edizione sviluppata in collaborazione con l’ILO, sottolinea l’importanza di un approccio incentrato sulle persone e sul pianeta per raggiungere una transizione giusta e inclusiva. È necessario un quadro politico olistico che vada oltre la ricerca dell’innovazione tecnologica per raggiungere rapidamente l’obiettivo di triplicazione delle energie rinnovabili fissato alla COP28 di Dubai, al minor costo possibile, e dia priorità alla creazione di valore locale, garantisca la creazione di posti di lavoro dignitosi e si basi sulla partecipazione attiva di lavoratori e comunità nel dare forma alla transizione energetica.

Secondo il Rapporto, il balzo del 18% rispetto al 2022 riflette la forte crescita della capacità di generazione di energie rinnovabili, insieme a una continua espansione della produzione di apparecchiature. Tuttavia, uno sguardo più attento ai dati del rapporto mostra un quadro globale non uniforme. Quasi due terzi della nuova capacità solare ed eolica globale installata l’anno scorso erano in Cina.

La Cina è in testa con una stima di 7,4 milioni di posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili, ovvero il 46% del totale globale. L’UE è 2° posto, con 1,8 milioni di posti di lavoro, seguita dal Brasile con 1,56 milioni di posti di lavoro e dagli Stati Uniti e dall’India con quasi un milione di posti di lavoro ciascuno.

L’impulso più forte ha continuato a provenire dal settore del solare fotovoltaico (PV) in rapida crescita, che ha sostenuto 7,2 milioni di posti di lavoro a livello globale. Di questi, 4,6 milioni erano in Cina, il produttore e installatore di FV dominante. Grazie a significativi investimenti cinesi, il Sud-est asiatico è emerso come un importante hub di esportazione del fotovoltaico solare, creando posti di lavoro nella regione.

I biocarburanti liquidi hanno avuto il secondo maggior numero di posti di lavoro, seguiti da energia idroelettrica ed eolica. Il Brasile è in testa alla classifica dei biocarburanti, rappresentando un terzo dei 2,8 milioni di posti di lavoro nel mondo in questo settore. La produzione in forte crescita ha messo l’Indonesia al 2° posto, con un quarto dei posti di lavoro globali nei biocarburanti.

A causa di un rallentamento nell’implementazione, l’energia idroelettrica è diventata un’eccezione rispetto al trend di crescita generale, con il numero di posti di lavoro diretti stimato in calo da 2,5 milioni nel 2022 a 2,3 milioni. Brasile, Cina, India, Pakistan e Vietnam sono stati i maggiori datori di lavoro nel settore.

Nel settore eolico, Cina ed Europa rimangono leader nella produzione e installazione di turbine, contribuendo rispettivamente al 52% e al 21% del totale globale di 1,5 milioni di posti di lavoro.

Nonostante l’immenso potenziale di risorse, l’Africa continua a ricevere solo una piccola quota di investimenti globali in energie rinnovabili, che si sono tradotti in un totale di 324.000 posti di lavoro in energie rinnovabili nel 2023. Per regioni come l’Africa che hanno urgente bisogno di energia affidabile e sostenibile, soprattutto nelle aree remote, le soluzioni di DRE (energia rinnovabile decentralizzata), sistemi autonomi non collegati alle reti di servizi pubblici, rappresentano un’opportunità sia per colmare il divario di accesso sia per generare posti di lavoro. L’eliminazione delle barriere che impediscono alle donne di avviare iniziative imprenditoriali in DRE può stimolare il settore, con conseguente miglioramento delle economie locali e dell’equità energetica.

La storia della transizione energetica e i suoi guadagni socio-economici non dovrebbero riguardare una o due regioni – ha dichiarato Francesco La Camera, Direttore generale dell’IRENA, riconoscendo l’elevato grado di concentrazione geografica – Se vogliamo tutti rispettare il nostro impegno collettivo di triplicare la capacità di energia rinnovabile entro il 2030, il mondo deve intensificare il suo ruolo e supportare le regioni marginalizzate nell’affrontare le barriere che impediscono il progresso delle loro transizioni. Una collaborazione internazionale rafforzata può mobilitare maggiori finanziamenti per il supporto politico e la creazione di capacità nei paesi che devono ancora beneficiare della creazione di posti di lavoro nelle energie rinnovabili“.

Per soddisfare la crescente domanda di competenze e talenti diversificati della transizione energetica, le politiche devono supportare misure a favore di una maggiore diversità della forza lavoro e di equità di genere. Rappresentando il 32% della forza lavoro totale delle energie rinnovabili, le donne continuano a detenere una quota diseguale, anche se il numero di posti di lavoro continua ad aumentare. È essenziale che l’istruzione e la formazione portino a diverse opportunità di lavoro per donne, giovani e membri di minoranze e gruppi svantaggiati.

Investire in istruzione, competenze e formazione aiuta a riqualificare tutti i lavoratori dei settori dei combustibili fossili, ad affrontare le disparità di genere e di altro tipo e a preparare la forza lavoro per nuovi ruoli nell’energia pulita – ha affermato Gilbert F. Houngbo, Direttore generale dell’ILO che, basandosi sulla sua competenza nel mondo del lavoro, ha contribuito al capitolo del rapporto sulle competenze – È essenziale se vogliamo dotare i lavoratori delle conoscenze e delle competenze di cui hanno bisogno per ottenere lavori dignitosi e per garantire che la transizione energetica sia giusta e sostenibile. Una transizione sostenibile è ciò che l’accordo di Parigi ci richiede e ciò a cui ci siamo impegnati quando abbiamo sottoscritto l’accordo“.

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