Dopo un’attesa durata oltre 6 anni è giunto finalmente a conclusione l’iter del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC), strumento indispensabile di riduzione dei rischi per un Paese come il nostro sempre più esposto alla crisi climatica, che presuppone ora finanziamenti per la sua immediata implementazione.
Con una nota stampa del 2 gennaio 2024 il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha comunicato che il Ministro,con Decreto n. 434 del 21 dicembre 2023, ha approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC), il cui obiettivo principale è “fornire un quadro di indirizzo nazionale per l’implementazione di azioni finalizzate a ridurre al minimo possibile i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, a migliorare la capacità di adattamento dei sistemi socioeconomici e naturali, nonché a trarre vantaggio dalle eventuali opportunità che si potranno presentare con le nuove condizioni climatiche”.
Per un paese come l’Italia che vive con sempre maggiore intensità gli effetti del riscaldamento globale il PNACC è uno strumento fondamentale che vede finalmente la luce dopo un’attesa di oltre 6 anni. Redatto con il contributo del Centro Euro-Mediterraneo per il Cambiamenti Climatici (CMCC) e dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) era stato sottoposto una prima volta a consultazione nel 2017. Venne poi aggiornato nel 2018, rimanendo in bozza per altri 4 anni, mentre nel frattempo l’UE aveva adottava nel 2021 la nuova Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici, al fine di rendere l’Unione dell’Europa in un’Unione resiliente ai cambiamenti climatici entro il 2050, che si basa su 4 priorità: un adattamento più intelligente, più sistemico e integrato, più rapido, oltre che una intensificazione dell’azione internazionale.
Si rendeva quindi necessario un nuovo aggiornamento che è stato pubblicato il 28 dicembre 2022 e sottoposto ad ulteriore consultazione che si è conclusa lo scorso aprile. Dopo aver superato il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) lo scorso agosto, l’iter si è ora concluso con la pubblicazione del Decreto di approvazione e, come previsto, entro 3 mesi sarà istituito l’Osservatorio nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici con relativa segreteria tecnica, con funzioni di indirizzo e coordinamento per pianificare e attuare le misure del Piano stesso.
La struttura del PNACC è articolata come segue:
1. Il quadro giuridico di riferimento
2. Il quadro climatico nazionale
3. Impatti dei cambiamenti climatici in Italia e vulnerabilità settoriali
4. Misure e azioni del PNACC
5. Finanziare l’adattamento ai cambiamenti climatici
6. Governance dell’adattamento.

In allegato al PNACC sono riportati, inoltre, 4 documenti di riferimento per specifici aspetti del piano:
– Metodologie per la definizione di strategie e piani regionali di adattamento ai cambiamenti climatici (Allegato I), con indicazioni rivolte alle amministrazioni regionali su come agire e attrezzarsi per rispondere ai cambiamenti climatici nel proprio contesto di appartenenza, sulla conoscenze sugli impatti dei cambiamenti climatici in Italia;
– Metodologie per la definizione di strategie e piani locali di adattamento ai cambiamenti climatici (Allegato II) con le indicazioni concrete rivolte agli amministratori locali di comuni, città e aree metropolitane;
– Impatti e vulnerabilità settoriali (Allegato III) che riassume il quadro delle conoscenze sugli impatti dei cambiamenti climatici in Italia: Acqua (risorse idriche; ambienti marini: biodiversità, funzionamento e servizi ecosistemici; biodiversità in acque interne e di transizione; zone costiere); Terra (dissesto geologico, idrologico e idraulico; desertificazione, degrado del territorio e siccità; ecosistemi terrestri; foreste);
Uomo -Attività antropiche (agricoltura e produzione alimentare; pesca marittima; acquacoltura; turismo; insediamenti urbani; infrastruttura critica-trasporti; industrie e infrastrutture pericolose; patrimonio culturale; energia; salute).
– Documento di riferimento per le azioni di adattamento (Allegato IV- Database Azioni.xlsx) che raccoglie le 361 azioni previste dal piano in 3 principali categorie e ben esplicitate nel Documento che troveranno applicazione nei diversi strumenti di pianificazione, a scala nazionale, regionale e locale, con le modalità che saranno individuate dall’Osservatorio nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici:
– 274 azionidi tipo non strutturale (soft), pari al 76% del totale, distribuite omogeneamente su quasi tutti i settori;
– 46 azioni basate su un approccio ecosistemico (green), pari al 13% del totale, in prevalenza nel settore forestale;
– 41 azioni infrastrutturali e tecnologiche (grey), pari all’11% del totale, concentrate nel settore energia
Per poter essere implementato il PNACC avrà bisogno di “risorse economiche necessarie e ad oggi ancora assenti, non previste neanche nell’ultima legge di bilancio, altrimenti il rischio è che il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici resti solo sulla carta”, come ha sottolineato Legambiente nel suo Comunicato del 3 gennaio 2024.