Con il Patto per il Futuro, approvato al Vertice convocato dal Segretario generale delle Nazioni Unite (New York, 22-23 settembre 2024), i Capi di Stato e di Governo si sono impegnati a intraprendere un chiaro percorso per un futuro più sostenibile ed inclusivo, con una serie di azioni che coprono un’ampia gamma di temi, tra cui pace e sicurezza, sviluppo sostenibile, cambiamento climatico, cooperazione digitale, diritti umani, uguaglianza di genere, giovani e generazioni future, trasformazione della governance globale. Sta ora ai Governi agire di conseguenza.
“Noi, Capi di Stato e di Governo, in rappresentanza dei popoli del mondo, ci siamo riuniti presso la sede delle Nazioni Unite per proteggere le esigenze e gli interessi delle generazioni presenti e future attraverso le azioni di questo Patto per il futuro”.
Sono le parole con cui si apre il “Pact for Future”, il documento di 42 pagine concordato dopo nove mesi di trattative, i leader mondiali hanno concordato uno storico che delinea 56 azioni volte ad affrontare le varie sfide interconnesse che i governi devono affrontare, stabilendo impegni di ampio respiro per consentire il multilateralismo, promuovere gli sforzi di mantenimento della pace e raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile e climatici, che 143 Paesi hanno sottoscritto nel corso del “Summit of the Future: Multilateral Solutions for a Better Tomorrow” (22-23 settembre 2024), convocato dal Segretario generale delle Nazioni Unite, presso la sede centrale di New York, in occasione dell’Assemblea Generale ONU (UNGA79), con l’obiettivo di accelerare gli sforzi per rispettare gli impegni internazionali esistenti e adottare misure concrete per rispondere alle sfide e alle opportunità emergenti.
“Siamo qui per salvare il multilateralismo dall’orlo del baratro – ha affermato il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres – Ho chiesto che questo Vertice prenda in considerazione riforme profonde per rendere le istituzioni globali più legittime, eque ed efficaci, sulla base dei valori della Carta delle Nazioni Unite. Ho voluto questo Summit perché le sfide del XXI secolo richiedono soluzioni del XXI secolo: quadri di riferimento interconnessi e inclusivi, che attingano alle competenze dell’intera umanità. Ho chiesto questo summit perché il nostro mondo sta deragliando e abbiamo bisogno di decisioni difficili per tornare sulla buona strada. […] Il Patto per il futuro, il Global Digital Compact e la Dichiarazione sulle generazioni future aprono la strada a nuove possibilità e opportunità. Per quanto riguarda la pace e la sicurezza, promettono una svolta nelle riforme volte a rendere il Consiglio di sicurezza più rappresentativo del mondo odierno, affrontando la storica sottorappresentanza di Africa, Asia-Pacifico e America Latina. Esse pongono le basi per una Commissione per la costruzione della pace più agile e per una revisione radicale delle operazioni di pace, per adattarle alle condizioni che devono affrontare. Rappresentano il primo sostegno multilaterale concordato al disarmo nucleare in oltre un decennio. Riconoscono la natura mutevole dei conflitti e si impegnano ad adottare misure per prevenire una corsa agli armamenti nello spazio e per regolamentare l’uso di armi autonome letali. Includono misure volte a predisporre una risposta immediata e coordinata agli shock globali complessi. Per quanto riguarda lo sviluppo sostenibile, questi accordi rappresentano un importante passo avanti verso riforme rivoluzionarie dell’architettura finanziaria internazionale. Contribuiranno a rendere le sue istituzioni più rappresentative del mondo odierno, capaci di dare una risposta più incisiva alle sfide odierne e di fornire un’efficace rete di sicurezza globale per i paesi in via di sviluppo in un momento in cui molti di loro soffocano nei debiti e non riescono a compiere progressi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Il Patto per il futuro mira a dare una spinta agli Obiettivi di sviluppo sostenibile e all’Accordo di Parigi, accelerando una giusta transizione verso l’abbandono dei combustibili fossili e garantendo un futuro pacifico e vivibile per tutti sul nostro pianeta […]”.
Il Patto per il Futuro include in Allegato anche il Global Digital Compact, un quadro completo per la governance globale della tecnologia digitale e dell’intelligenza artificiale, per sfruttare l’immenso potenziale della tecnologia digitale e colmare i divari digitali, e la Declaration on Future Generation, un insieme di impegni per tener conto degli interessi delle generazioni future nel processo decisionale nazionale e globale, che delinea le azioni e le politiche che i governi devono adottare per garantire che le decisioni odierne non compromettano la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni.
Di seguito gli aspetti salienti del Patto per il Futuro.
Nell’ambito della pace e della sicurezza:
– L’impegno più progressista e concreto per la riforma del Consiglio di sicurezza dagli anni ’60, con piani per migliorare l’efficacia e la rappresentatività del Consiglio, anche ponendo rimedio in via prioritaria alla storica sottorappresentanza dell’Africa.
– Il primo rinnovato impegno multilaterale al disarmo nucleare in più di un decennio, con un chiaro obiettivo di eliminazione totale delle armi nucleari.
– Accordo per rafforzare i quadri internazionali che regolano lo spazio extra-atmosferico, tra cui un chiaro impegno a prevenire una corsa agli armamenti nello spazio e la necessità di garantire che tutti i paesi possano trarre vantaggio dall’esplorazione sicura e sostenibile dello spazio extra-atmosferico.
– Misure volte a evitare la militarizzazione e l’uso improprio delle nuove tecnologie, come le armi autonome letali, e affermazione che le leggi di guerra dovrebbero applicarsi a molte di queste nuove tecnologie.
Su sviluppo sostenibile, clima e finanziamenti per lo sviluppo:
– L’intero Patto è concepito per dare una spinta all’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
– L’accordo più dettagliato mai raggiunto alle Nazioni Unite sulla necessità di riformare l’architettura finanziaria internazionale affinché rappresenti e serva meglio i paesi in via di sviluppo, tra cui:
a) dare ai paesi in via di sviluppo maggiore voce in capitolo nel modo in cui vengono prese le decisioni nelle istituzioni finanziarie internazionali;
b) mobilitare maggiori finanziamenti dalle banche multilaterali di sviluppo per aiutare i paesi in via di sviluppo a soddisfare le loro esigenze di sviluppo;
c) rivedere l’architettura del debito sovrano per garantire che i paesi in via di sviluppo possano indebitarsi in modo sostenibile per investire nel loro futuro, con il FMI, l’ONU, il G20 e altri attori chiave che lavorano insieme;
d) rafforzare la rete di sicurezza finanziaria globale per proteggere i più poveri in caso di shock finanziari ed economici, attraverso azioni concrete da parte del FMI e degli Stati membri;
e) accelerare le misure per affrontare la sfida del cambiamento climatico, anche attraverso l’erogazione di maggiori finanziamenti per aiutare i paesi ad adattarsi al cambiamento climatico e a investire nelle energie rinnovabili.
– Migliorare il modo in cui misuriamo il progresso umano, andando oltre il PIL per misurare il benessere e la sostenibilità umana e planetaria.
– L’impegno a valutare modalità per introdurre un livello minimo globale di tassazione per gli individui ad alto patrimonio netto.
– Per quanto riguarda il cambiamento climatico, conferma della necessità di contenere l’aumento della temperatura globale a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali e di abbandonare i combustibili fossili nei sistemi energetici per raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050.
Sulla cooperazione digitale
– Il Global Digital Compact (allegato al Patto), è il primo quadro globale completo per la cooperazione digitale e la governance dell’intelligenza artificiale.
– Al centro del Compact c’è l’impegno a progettare, utilizzare e governare la tecnologia a beneficio di tutti. Ciò include impegni da parte dei leader mondiali per:
a) collegare tutte le persone, le scuole e gli ospedali a Internet;
b) ancorare la cooperazione digitale ai diritti umani e al diritto internazionale;
c) rendere lo spazio online sicuro per tutti, in particolare per i bambini, attraverso azioni da parte di governi, aziende tecnologiche e social media;
d) governare l’intelligenza artificiale, con una tabella di marcia che includa un gruppo scientifico internazionale e un dialogo politico globale sull’intelligenza artificiale;
– rendere i dati più aperti e accessibili, con accordi su dati, modelli e standard open source;
Si tratta anche del primo impegno globale nei confronti della governance dei dati, che la inserisce nell’agenda delle Nazioni Unite e richiede ai Paesi di adottare misure concrete entro il 2030.
Giovani e generazioni future
– La prima Dichiarazione sulle generazioni future, con misure concrete per tenere conto delle generazioni future nei processi decisionali, tra cui un possibile inviato per le generazioni future.
– Un impegno per offrire ai giovani opportunità più significative di partecipare alle decisioni che plasmano la loro vita, soprattutto a livello globale.
Diritti umani e genere
– Rafforzare il lavoro sui diritti umani, l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne.
– Un chiaro appello alla necessità di proteggere i difensori dei diritti umani.
– Segnali forti sull’importanza del coinvolgimento di altri soggetti interessati alla governance globale, tra cui governi locali e regionali, società civile, settore privato e altri.
Indipendentemente dal suo contenuto, il Patto e i suoi Allegati non sono vincolanti, sollevando preoccupazioni circa la loro attuazione. Ci sono stati momenti di tensione nel corso delle trattative, infatti, per quanto riguarda il clima, quando erano scomparsi dal testo e poi reintrodotti i passi in cui si afferma che le nazioni sono “profondamente preoccupate per l’attuale lentezza dei progressi nella lotta al cambiamento climatico”, e l’impegno ad “abbandonare i combustibili fossili nei sistemi energetici in modo giusto, ordinato ed equo, accelerando l’azione in questo decennio in modo da raggiungere l’obiettivo di zero emissioni netta entro il 2050”.
Essere riusciti a negoziare con successo un patto globale nel contesto di un’intensa polarizzazione è già di per sé un successo. Tuttavia, se i sentimenti non sono supportati da alcuna vera convinzione non ne deriveranno danni nella migliore delle ipotesi, ma nella peggiore indebolirà proprio il sistema multilaterale che mira a rafforzare.