Nel pacchetto di infrazioni di luglio, la Commissione UE ha portato a conclusione presso la Corte di giustizia europea l’Italia la procedura per il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori mobili di altri Stati membri in relazione alle prestazioni familiari loro concesse, ed ha avviato altre 6 lettere di costituzione in mora, per alcune delle quali, come l’inadeguato recepimento della Direttiva sui rifiuti e il mancato raggiungimento del tasso di riciclo per alcune categorie di rifiuti non sarà facile per l’Italia, come peraltro per altri Stati membri, dare risposte convincenti.
Il Pacchetto di infrazioni di luglio, adottato dalla Commissione UE il 25 luglio 2024, in ritardo rispetto ai tempi consueti, probabilmente a causa delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, per l’Italia si è rivelato un “pacchettone” con ben 6 nuove procedure di infrazione e un deferimento alla Corte di giustizia
Deferimento alla Corte di giustizia europea per il settore Lavoro e diritti sociali.
Nel marzo 2022 l’Italia ha introdotto un nuovo regime di assegni familiari per figli a carico (“Assegno unico e universale per i figli a carico“), in base al quale i lavoratori che non risiedono in Italia per almeno 2 anni o i cui figli non risiedono in Italia non possono beneficiare della prestazione.
La Commissione ritiene che tale regime non sia compatibile con il diritto dell’UE in quanto costituisce una discriminazione nei confronti dei lavoratori mobili dell’UE, vietata dall’articolo 45 del Trattato sul funzionamento dell’UE (TFUE).
Tale disposizione del trattato è ulteriormente dettagliata nel Regolamento UE/492/2011 relativo alla libera circolazione dei lavoratori, il cui articolo 7, paragrafo 2, specifica che i lavoratori mobili dell’UE dovrebbero beneficiare degli stessi vantaggi sociali e fiscali dei lavoratori nazionali. Sono ivi comprese le prestazioni familiari.
Infine, a norma del Regolamento CE/833/2004 relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, i lavoratori mobili dell’UE dovrebbero essere trattati allo stesso modo dei cittadini dello Stato membro in cui lavorano e hanno diritto allo stesso livello di prestazioni familiari, anche per i figli a carico che risiedono in modo permanente in un altro Stato membro.
La Commissione aveva inviato una lettera di costituzione in mora all’Italia nel febbraio 2023, cui ha poi fatto seguito un parere motivato nel novembre 2023. Poiché la risposta dell’Italia non ha tenuto sufficientemente conto dei rilievi della Commissione, quest’ultima ha deciso di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
Per il settore Ambiente, la Commissione UE ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all’Italia per il non corretto recepimento della Direttiva quadro sui rifiuti, quale modificata dalla Direttiva UE/851/2018, volta a prevenire o ridurre la produzione di rifiuti, a ridurre l’impatto complessivo dell’uso delle risorse e a migliorarne l’efficienza: elementi fondamentali per la transizione verso un’economia circolare e per garantire la competitività a lungo termine dell’Unione.
La Direttiva modificata stabilisce obiettivi vincolanti per il riciclaggio e la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti urbani; introduce inoltre prescrizioni dirette agli Stati membri e volte a migliorare i loro sistemi di gestione dei rifiuti e l’uso efficiente delle risorse.
La Commissione ha constatato che l’Italia non ha recepito correttamente diverse disposizioni della direttiva modificata, tra cui quelle concernenti la responsabilità estesa del produttore (EPR), la garanzia di un riciclaggio di alta qualità, la raccolta differenziata dei rifiuti pericolosi e l’attuazione di un sistema elettronico di tracciabilità.
Ora l’Italia che dispone di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza di una risposta soddisfacente, quest’ultima potrà decidere di inviare un parere motivato.
Sempre per il settore rifiuti, la Commissione UE invita l’Italia, nonché tutti gli altri Stati membri, a conseguire gli obiettivi di raccolta e riciclaggio dei rifiuti, inviando una lettera di costituzione in mora. Sulla base degli ultimi dati disponibili comunicati dagli Stati membri, tutti i paesi non sono riusciti a raggiungere diversi obiettivi di raccolta e riciclaggio dei rifiuti stabiliti dall’attuale legislazione dell’UE in materia di rifiuti. La sopracitata Direttiva sui rifiuti fissa obiettivi giuridicamente vincolanti per la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani. L’Italia non ha raggiunto entro il 2020 l’obiettivo del 50% per quanto riguarda la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti urbani (come carta, metallo, plastica e vetro). Parallelamente, la Direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio quale modificata dalla Direttiva UE/2018/852 si applica a tutti gli imballaggi distribuiti all’interno del mercato europeo e ai rifiuti di imballaggio che ne derivano, indipendentemente dal luogo in cui sono utilizzati. Essa imponeva che entro il 31 dicembre 2008 venissero riciclati tra il 55% e l’80% di tutti i rifiuti di imballaggio. Gli obiettivi di riciclaggio stabiliti per i vari materiali sono pari al 60% per il vetro, 60% per la carta e il cartone, 50% per i metalli, 22,5% per la plastica e 15% per il legno. Molti di questi obiettivi non sono tuttavia stati conseguiti. Inoltre la Direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) quale modificata dalla Direttiva UE/884/2024 impone la raccolta differenziata e il trattamento adeguato dei RAEE e fissa obiettivi per la loro raccolta, nonché per il loro recupero e riciclaggio. Il tasso minimo di raccolta che gli Stati membri devono conseguire ogni anno è pari al 65% del peso medio delle apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato nello Stato membro interessato nei 3 anni precedenti o, in alternativa, all’85% del peso dei RAEE prodotti nel territorio di tale Stato membro. La maggior parte degli Stati membri non ha pertanto conseguito l’obiettivo di raccolta dell’UE. L’Italia, come peraltro gli altri Stati membri, dovrebbe intensificare gli sforzi di attuazione al fine di rispettare i suddetti obblighi. A tale riguardo, gli Stati membri potrebbero basarsi sulle raccomandazioni specifiche per Paese individuate nel Waste Early Warning Report 2023. Ciò aiuterà inoltre gli Stati membri a conseguire i prossimi obiettivi per il 2025, 2030 e 2035, stabiliti mediante le recenti modifiche della legislazione dell’UE in materia di rifiuti. La Commissione procede pertanto all’invio di lettera di costituzione in mora nei confronti dell’Italia, come peraltro di tutti gli Stati membri, che dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza di risposte soddisfacenti, quest’ultima potrà decidere di emettere pareri motivati.
Servizi finanziari
La Commissione UE ha inviato una lettera di costituzione in mora all’Italia per il non completo recepimento delle modifiche della direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche introdotte dal Regolamento UE/2036/2022 che riguardano il trattamento prudenziale degli enti a rilevanza sistemica a livello globale e la capacità di assorbimento delle perdite e di ricapitalizzazione dei gruppi bancari. Le modifiche apportate dal Regolamento alla direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche sono importanti per garantire il pieno allineamento nell’UE alle norme del Consiglio per la stabilità finanziaria relative alla capacità totale di assorbimento delle perdite degli enti a rilevanza sistemica a livello globale (G-SII). In particolare, le modifiche sono necessarie per rispecchiare adeguatamente l’esposizione dei G-SII dell’UE alle loro filiazioni situate in paesi terzi e per migliorare ulteriormente la capacità dei più grandi gruppi bancari dell’UE di resistere agli shock finanziari. Le modifiche dovrebbero inoltre portare alla piena armonizzazione del trattamento prudenziale delle risorse interne per l’assorbimento delle perdite e la ricapitalizzazione delle entità intermedie di un gruppo bancario; si tratta di un aspetto importante per la possibilità di risoluzione delle banche. Senza il recepimento di queste misure tecniche, ma importanti, non sarà possibile raggiungere il necessario livello di armonizzazione nel quadro unificato dell’UE per il settore bancario.
Ora l’Italia dispone di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione UE, trascorsi i quali, in assenza di una risposta soddisfacente, quest’ultima potrà decidere di inviare un parere motivato.
Mobilità e trasporti
La Commissione ha deciso di avviare una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per la non corretta applicazione di alcune disposizioni dei sistemi di prestazioni e di tariffazione per i servizi di navigazione aerea del cielo unico europeo (SES). I regolamenti sul cielo unico europeo (Regolamento CE/549/2004 e Regolamento CE/550/2004) impongono agli Stati membri di ripartire i costi comuni tra i servizi di navigazione aerea di rotta e presso i terminali in modo proporzionale sulla base di una metodologia trasparente. Gli Stati membri devono inoltre includere nei loro piani di miglioramento delle prestazioni sistemi di incentivi a sostegno del conseguimento degli obiettivi prestazionali. I problemi individuati riguardano il livello o la ripartizione inadeguati dei costi addebitati alle compagnie aeree e gli incentivi finanziari insufficienti per i prestatori di servizi. Oltre a incidere sulle entrate dei fornitori di servizi di navigazione aerea, l’attuazione non corretta delle norme dell’UE ha un impatto anche sul livello delle tariffe corrisposte dalle compagnie aeree in quanto clienti di tali fornitori di servizi.
La Commissione procede pertanto all’invio di una lettera di costituzione in mora all’Italia che dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza di una risposta soddisfacente, quest’ultima potrà decidere di inviare un parere motivato.
Sempre in tema di circolazione aerea, la Commissione UE ha avviato un’altra procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese, per la mancata istituzione di un regime di sanzioni efficace e proporzionato relativo al quadro normativo del cielo unico europeo istituito sempre dal Regolamento soprarichiamato. In Italia il regime di sanzioni non comprende integralmente i progetti comuni, né i sistemi di prestazioni e di tariffazione. La Commissione procede pertanto all’invio di una lettera di costituzione in mora all’Italia che dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza di una risposta soddisfacente, quest’ultima potrà decidere di inviare un parere motivato.
Economia digitale
Infine, un altro procedimento di infrazione è stato avviato in quanto la legge italiana sul diritto d’autore e sui diritti connessi non rispetta la libera prestazione di servizi, quale definita nel trattato sul funzionamento dell’Unione europea in combinato disposto con la Direttiva sulla gestione collettiva dei diritti.
La Commissione invita l’Italia a porre rimedio all’esclusione generale delle entità di gestione indipendenti dalla prestazione di servizi di intermediazione dei diritti d’autore. Una recente sentenza della Corte di giustizia dell’UE ha sottolineato che la legislazione italiana costituisce una restrizione alla libera prestazione dei servizi in quanto esclude le entità di gestione indipendenti di altri Stati membri dalla prestazione di servizi di gestione dei diritti d’autore in Italia.
L’Italia dispone ora di 2 mesi per rispondere ai rilievi espressi dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza di una risposta soddisfacente, quest’ultima potrà decidere di inviare un parere motivato.