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Obiettivi Climatici ed Energetici: le relazioni di AEA e Commissione UE

L’edizione 2020 del rapporto di monitoraggio sui progressi dell’UE verso gli obiettivi climatici ed energetici dell’Agenzia Europea dell’Ambiente e la relazione adottata dalla Commissione UE segnalano che l’Europa ha di fatto raggiunto gli obiettivi fissati al 2020 su emissioni e rinnovabili, più problematici da conseguire quelli dell’efficienza energetica. Ben più ardui da raggiungere, senza sforzi di lungo periodo, quelli al 2030, specie dopo il nuovo obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni, rispetto al precedente 40%.

Secondo l’annuale Rapporto “Trends and projections in Europe 2020. Tracking progress towards Europe’s climate and energy targets” (Tendenze e proiezioni in Europa 2020. Monitorare i progressi verso gli obiettivi climatici ed energetici dell’Europa), pubblicato il 30 novembre 2020 dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), le emissioni totali dell’UE sono diminuite ancora nel 2019 di circa il 4% e la quota delle rinnovabili nei consumi finali di energia è arrivata al 19,4%.

Il Rapporto si basa sui dati delle emissioni di gas serra e dell’energia fino al 2019, segnalati ufficialmente nel 2020 dagli Stati membri secondo quanto previsto dal Regolamento sul Meccanismo di Monitoraggio e integrati dalle stime preliminari dell’AEA per i dati mancanti.

Obiettivo emissioni
Il calo registrato nel 2019 è il maggiore registrato nell’ultimo decennio
e si è verificato prima degli effetti della pandemia di COVID-19, in un periodo di crescita economica, riflettendo la crescita forte e costante delle energie rinnovabili in Europa e il risultato di sforzi cumulativi e sostenuti a lungo termine verso livelli di emissioni inferiori.

Dal 1990, le emissioni di gas a effetto serra nell’UE sono diminuite costantemente, con emissioni nell’UE-27 che sono scese al 24% al di sotto dei livelli del 1990 nel 2019, mostrando che è chiaramente possibile raggiungere obiettivi di riduzione più ambiziosi entro il 2030, aprendo la strada agli obiettivi di neutralità climatica al 2050 fissati dalla Commissione UE nella Legge sul Clima, adottata lo scorso marzo.  

Obiettivo energia rinnovabile
I dati preliminari dell’AEA suggeriscono che l’UE-27 ha raggiunto una quota totale di energia consumata da fonti rinnovabili assai prossima obiettivo previsto al 2020 del 20%. Mentre le quote di elettricità, riscaldamento e raffreddamento fornite dalle energie rinnovabili hanno contribuito a raggiungere l’obiettivo generale dell’UE, il raggiungimento dell’obiettivo del 10% del fabbisogno energetico per i trasporti da fornire con le fonti rinnovabili entro il 2020 rimane debole. La stima dell’AEA per il 2019 indica che 14 Stati membri devono compiere ulteriori sforzi per raggiungere i livelli obiettivo per il 2020: Austria, Belgio, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna.

Obiettivo efficienza energetica
Gli sforzi per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica del 2020 non sono stati sufficienti. Secondo le stime dell’AEA per il 2019, il consumo finale di energia nell’UE-27 si è stabilizzato nel 2019, ma solo 9 Stati membri (Finlandia, Grecia, Italia, Lettonia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovenia e Spagna) erano sulla buona strada per i rispettivi Obiettivi finali di efficienza energetica per il 2020. Tutti gli altri Stati membri devono compiere ulteriori sforzi per ridurre la loro domanda nazionale di energia e raggiungere i loro obiettivi per il 2020.

Impatto del COVID-19?
È probabile che la pandemia di COVID-19 nel 2020 renderà gli obiettivi del 2020 più facili da raggiungere. Sebbene non ancora quantificati, vi sono forti indicazioni che la recessione economica nel 2020 abbia ridotto drasticamente il consumo energetico complessivo e le emissioni di gas a effetto serra nel 2020, in particolare nel settore dei trasporti, con un probabile aumento della quota di energia consumata da fonti rinnovabili. L’impatto delle potenziali riduzioni correlate al COVID-19 potrebbe essere di breve durata e le emissioni potrebbero rimbalzare quando le attività economiche torneranno ai livelli pre-pandemia.

Il think-tank indipendente EMBER ha segnalato che nel primo semestre del 2020 le energie rinnovabili hanno generato il 40% dell’elettricità dell’UE-27, mentre i combustibili fossili il 34%

La riduzione delle emissioni di GHG al 2030, 2050
Sebbene le attuali tendenze suggeriscano il raggiungimento o il superamento degli obiettivi di riduzione delle emissioni del 2020, rimanere sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi 2030 e 2050 richiederà sforzi sostenuti e a lungo termine. Le ultime proiezioni nazionali comunicate all’AEA, seppure non esaustive, indicano una prospettiva piuttosto conservativa, con riduzioni delle emissioni relativamente moderate entro il 2030 in assenza di nuove misure. Saranno necessari ulteriori sforzi per raggiungere gli obiettivi di riduzione del 40% delle emissioni, già stati fissati per il 2030, figuriamoci ora che la Commissione UE ha deciso, secondo quanto preannunciato dalla Presidente dell’UE nel discorso sullo Stato dell’Unione (SOTEU), di innalzare l’asticella al 55%, in linea con il percorso per conseguire la neutralità climatica al 2050.

Peraltro, la Commissione UE lo stesso 30 novembre 2030 ha adottato la sua Relazione dal titolo “Kick-Starting the Journey Towards A Climate Neutral Europe” redatta dalla Direzione Generale di Azione per il Clima, in base ai dati trasmessi dagli Stati membri a norma del Regolamento sul meccanismo di monitoraggio dell’azione climatica, che ricalca con lievi differenze quanto segnalato dall’AEA.

In particolare, nella Relazione si prende in esame le previsioni al 2030 per gli sforzi condivisi per il periodo 2021-2030 secondo il nuovo Regolamento ESR adottato nel 2018. Se le politiche nazionali attualmente realizzate venissero aggregate, l’UE-27 ridurrebbe le emissioni di condivisione degli sforzi del 19% al 2030 rispetto al 2005, ben al di sotto dell’obiettivo di riduzione delle emissioni complessive del 30% definito con il nuovo ESR. Tuttavia, con l’attuazione di politiche aggiuntive gli Stati membri hanno delineato nei PNEC finali si raggiungerebbe una riduzione del 32%.

La rapida decarbonizzazione del settore energetico dell’UE ha portato a riduzioni significative e sostenute delle emissioni nei settori coperti dal sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (ETS). Negli altri settori (trasporti, edifici, agricoltura), il raggiungimento da parte degli Stati membri degli obiettivi nazionali di emissioni definiti dal Regolamento 525/2013 sulla condivisione degli sforzi, che traduce l’impegno in obiettivi vincolanti per ciascun Stato membro in materia di emissioni dei settori non coperti dall’EU-ETS, nel periodo 2013-2020 è stato coerente, ma il superamento complessivo a livello dell’UE si è ridotto.  Nel 2019, le stime preliminari indicano che ci sono comunque 12 Paesi che hanno livelli di emissioni superiori ai loro obiettivi annuali: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Malta e Polonia.

I divari tra gli obiettivi ESR per il 2030 degli Statie le rispettive proiezioni con le attuali misure e con quelle pianificate.negli PNEC. I valori positivi indicano il superamento degli obiettivi; quelli negativi indicano i valori che si prevede non saranno raggiunti.

L’Unione europea dimostra che è possibile ridurre le emissioni e far crescere l’economia – ha dichiarato per l’occasione il Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, Frans Timmermans Tuttavia la relazione di oggi conferma ancora una volta che occorre moltiplicare gli sforzi in tutti i settori dell’economia per raggiungere l’obiettivo comune della neutralità climatica entro il 2050. La transizione è possibile se manteniamo l’impegno e cogliamo le opportunità della ripresa per rilanciare l’economia in modo più verde e resiliente per creare un futuro sano e sostenibile per tutti”.

 

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