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Minerali: domanda in crescita di pari passo con quella di energia pulita

Un Rapporto della Banca Mondiale rivela che qualunque sia la tecnologia utilizzata per la transizione energetica, necessaria per la mitigazione climatica, la produzione globale di minerali come grafite, litio e cobalto, potrebbe aumentare fino al 500% entro il 2050, con conseguente necessità di gestione intelligente in grado di ridurre l’impronta ambientale lungo tutta la catena del valore, oltre che di aumentare i tassi di riciclaggio.

La produzione globale di minerali, come grafite, litio e cobalto, potrebbe aumentare di quasi il 500% entro il 2050, per soddisfare la crescente domanda di tecnologie per l’energia pulita, e che saranno necessari oltre 3 miliardi di tonnellate di minerali e metalli per distribuire energia eolica, solare e geotermica, nonché per lo stoccaggio di energia, al fine di conseguire l’obiettivo climatico dell’Accordo di Parigi di mantenere l’aumento della temperatura globale entro la fine del secolo ben al di sotto di 2 °C.

È quanto rivela il nuovo Rapporto Minerals for climate action: The mineral intensity of the clean energy transition” che ha Banca Mondiale (WB) ha recentemente diffuso nell’ambito dell’iniziativa congiunta WB-IFC (International Finance Corporation) Climate-Smart Mining per aiutare i Paesi ricchi di risorse, il settore privato e le organizzazioni della società civile, a capire come la transizione dell’energia pulita avrà un impatto sulla futura domanda, estrazione e lavorazione di minerali e metalli, con conseguente necessità di gestione intelligente in grado di ridurre l’impronta ambientale lungo tutta la catena del valore.

Il Rapporto stima che saranno necessari oltre 3 miliardi di tonnellate di minerali e metalli per distribuire l’energia eolica, solare e geotermica, nonché per lo stoccaggio di energia. Tuttavia, l’impronta di carbonio della loro produzione, dall’estrazione all’utilizzo finale, rappresenterà solo il 6% delle emissioni di gas serra generate dalle tecnologie dei combustibili fossili.


Potenziale cumulativo di riscaldamento globale dall’estrazione e lavorazione di minerali, utilizzando fino al 2050 con uno scenario di 2 °C una valutazione cradle a gate (ndr: valutazione parziale del ciclo di vita del minerale o metallo dalla sua estrazione ai cancelli della fabbrica, prima cioè che il prodotto sia avviato ai consumatori).

Se la pandemia del Covid-19 sta causando gravi perturbazioni all’industria mineraria in tutto il mondo, specie nei Paesi in via di sviluppo che fanno affidamento soprattutto sulle entrate fiscali derivanti dall’estrazione di minerali e metalli, le preoccupazioni degli analisti che hanno redatto il Rapporto si concentrano sul momento delle riaperture dopo il lockdown, che potrebbe vedere un’accelerazione delle attività per la crescente domanda globale di tecnologie energetiche pulite.

Il COVID-19 potrebbe rappresentare un rischio aggiuntivo per l’estrazione mineraria sostenibile, rendendo l’impegno dei governi e delle imprese a pratiche sostenibili più importante che mai -ha dichiarato Riccardo Puliti, Direttoreglobale per le industrie energetiche e estrattive della WB – Questo nuovo rapporto si basa sulla competenza di lunga data della Banca mondiale nel supportare la transizione di energia pulita e fornisce uno strumento basato sui dati per comprendere come questo spostamento avrà un impatto sulla futura domanda di minerali”.

Il Rapporto sottolinea che alcuni minerali, come il rame, cromo e molibdeno, saranno utilizzati in una vasta gamma di tecnologie, altri, come grafite, litio e cobalto potrebbero essere necessari al massimo per 2 tecnologie.Ad esempio il settore fotovoltaico avrebbe bisogno di alluminio e assieme all’eolico assorbirebbe la maggior parte della produzione di rame.

La mappa dei minerali essenziali per le tecnologie low-carbon

Ciò significa che qualsiasi scelta nell’impiego delle tecnologie energetiche pulite potrebbe avere conseguenze significative sulla domanda di determinati minerali, sulla base di differenti scenari di mitigazione del clima.

Il Rapporto evidenzia, inoltre, l’importante ruolo che il riciclaggio e il riutilizzo dei minerali e metalli svolgeranno per soddisfare la loro crescente domanda. Tuttavia, anche quando venisse riciclato il 100% di alluminio o rame se non sarebbe comunque sufficiente a soddisfare la loro domanda da parte delle tecnologie per le energie rinnovabili e lo stoccaggio dell’energia.

Il Gruppo Internazionale sulle Risorse (IRP), il gruppo di 40 scienziati di fama mondiale di 30 diversi Paesi, istituito dall’UNEP (Programma Ambiente delle nazioni Unite) con l’obiettivo di aiutare le nazioni a utilizzare le risorse naturali in modo sostenibile senza compromettere la crescita economica e le risorse umane, ha recentemente pubblicato un Rapporto in cui, stante lo sviluppo economico dei Paesi emergenti, la popolazione in crescita, l’aumento della classe media globale, la forte urbanizzazione, insieme alla transizione globale verso la produzione di energia pulita e al passaggio alla mobilità elettrica, che determineranno un’ulteriore domanda di minerali e metalli, sottolinea la necessità di dar vita ad un’Agenzia mineraria internazionale per condividere i benefici derivanti dall’estrazione delle risorse minerarie e orientare le industrie estrattive verso la sostenibilità.

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