La prima revisione dell’IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia) evidenzia che i progetti per l’estrazione e la raffinazione dei minerali critici, fondamentali per la transizione energetica e la decarbonizzazione dell’industria, i sono moltiplicati, ma i ritardi negli investimenti e l’eccessiva concentrazione dei minerali in pochi Paesi potrebbero mettere a rischio gli obiettivi climatici concordati a Parigi.
Spinta dall’aumento della domanda e dai prezzi elevati, la dimensione del mercato dei principali minerali per la transizione energetica è raddoppiata negli ultimi 5 anni, raggiungendo i 320 miliardi di dollari nel 2022,
Lo rileva il Rapporto “Critical Minerals Market Review 2023” alla sua prima edizione, pubblicato l’11 luglio 2023 dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), che fornisce un importante aggiornamento sulle tendenze degli investimenti, del mercato, delle tecnologie e delle politiche del settore dei minerali critici nel 2022 e una prima lettura del quadro emergente per il 2023.
Attraverso analisi approfondite dell’energia pulita e le tendenze del mercato dei minerali, Il Rapporto valuta i progressi compiuti dai Paesi e dalle imprese per incrementare le future forniture, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e il miglioramento delle pratiche sostenibili e responsabili. Esamina, inoltre, le principali tendenze per i singoli minerali e analizza le principali implicazioni politiche.
Le vendite di auto elettriche sono aumentate del 60% nel 2022, superando i 10 milioni di unità. I sistemi di accumulo di energia hanno registrato una crescita ancora più rapida, con aumenti di capacità raddoppiati nel 2022. Le installazioni solari fotovoltaiche continuano a battere i record precedenti e l’energia eolica è destinata a riprendere la sua marcia verso l’alto dopo due anni sottotono.
Ciò ha portato a un aumento significativo della domanda di minerali critici. Dal 2017 al 2022, la domanda del settore energetico è stata il principale fattore alla base di una triplicazione della domanda complessiva di litio, un aumento del 70% di quella di cobalto e 40% di nichel.
Secondo l’indice dei prezzi delle apparecchiature per l’energia pulita dell’AIE, i costi delle tecnologie per l’energia pulita hanno continuato a diminuire fino alla fine del 2020 a causa dell’innovazione tecnologica e delle economie di scala, ma gli alti prezzi dei materiali hanno poi invertito questa tendenza decennale. Nonostante queste recenti battute d’arresto, è degno di nota il fatto che i prezzi di tutte le tecnologie energetiche pulite oggi siano notevolmente inferiori rispetto a un decennio fa.
Come evidenzia il Critical Minerals Data Explorer, contestualmente messo online dalla IEA, che fornisce risultati di proiezione della domanda di minerali chiave (rame, litio, nichel, cobalto e neodimio) e quella di minerali prevista nel settore dell’energia pulita per tecnologia e merce sulla base di diversi scenari energetici e trend di evoluzione tecnologica, in linea con il Modello globale per l’energia e il clima (2022) dell’Agenzia, la quota di applicazioni di energia pulita nella domanda totale ha raggiunto il 56% per il litio, il 40% per il cobalto e il 16% per il nichel, rispettivamente rispetto al 30%, 17% e 6% di 5 anni fa.
In risposta, gli investimenti nello sviluppo di minerali critici sono aumentati del 30% lo scorso anno, dopo un aumento del 20% nel 2021. Tra i diversi minerali, il litio ha visto l’aumento più netto degli investimenti, un balzo del 50%, seguito da rame e nichel. La forte crescita della spesa da parte delle aziende per lo sviluppo di forniture di minerali supporta l’accessibilità e la velocità delle transizioni energetiche pulite, che saranno fortemente influenzate dalla disponibilità di minerali critici.

Secondo l’indice dei prezzi delle apparecchiature per l’energia pulita dell’IEA, i costi delle tecnologie per l’energia pulita hanno continuato a diminuire fino alla fine del 2020 per effetto dell’innovazione tecnologica e delle economie di scala, ma gli alti prezzi dei materiali hanno poi invertito questa tendenza decennale, anche se continuano ad essere notevolmente inferiori a 10 anni fa.
“In un momento cruciale per le transizioni energetiche pulite in tutto il mondo, siamo incoraggiati dalla rapida crescita del mercato dei minerali critici, che sono fondamentali per il mondo per raggiungere i suoi obiettivi energetici e climatici – ha affermato Fatih Birol, Direttore esecutivo dell’IEA – Anche così, rimangono grandi sfide. Occorre fare molto di più per garantire che le catene di approvvigionamento dei minerali critici siano sicure e sostenibili. L’AIE continuerà la sua leadership iniziale in questo spazio con ricerche e analisi all’avanguardia e riunendo governi, aziende e altre parti interessate per guidare il progresso, in particolare al nostro Critical Minerals and Clean Energy Summit del 28 settembre 2023 a Parigi”.
Secondo l’IEA, qualora tutti i progetti minerari critici pianificati in tutto il mondo venissero realizzati, l’offerta potrebbe essere sufficiente a sostenere gli impegni nazionali sul clima annunciati dai governi. Tuttavia, il rischio di ritardi nei progetti e carenze specifiche della tecnologia lasciano poco spazio all’autocompiacimento riguardo all’adeguatezza dell’offerta. E servirebbero comunque altri progetti entro il 2030 in uno scenario che limiti il riscaldamento globale a 1,5 °C.
Anche la diversità dell’offerta rimane una preoccupazione, con molti nuovi annunci di progetti provenienti da Paesi già dominanti. Rispetto a tre anni fa, la quota dei primi 3 produttori di minerali critici nel 2022 è rimasta invariata o ulteriormente aumentata, in particolare per nichel e cobalto. Inoltre, le pratiche ambientali, sociali e di governance (ESG) stanno facendo progressi contraddittori. Seppure le imprese stiano facendo progressi negli investimenti nella comunità, nella sicurezza dei lavoratori e nell’equilibrio di genere, le emissioni di gas serra rimangono elevate, con all’incirca la stessa quantità emessa per tonnellata di produzione mineraria ogni anno. Al contempo, i prelievi idrici sono quasi raddoppiati dal 2018 al 2021.
Vi è un crescente riconoscimento della necessità di interventi politici per garantire forniture adeguate di minerali, come l’Inflation Reduction Act (IRA), approvato nel 2022 dal Congresso americano, e il Regolamento Critical Raw Materials Act adottato dalla Commissione UE in marzo., che propone azioni per garantire l’accesso dell’UE ad un approvvigionamento sicuro, diversificato, economicamente accessibile e sostenibile di materie prime critiche.
L’IEA ha identificato quasi 200 politiche e normative in tutto il mondo, di cui oltre 100 emanate negli ultimi anni. Molti di questi interventi hanno implicazioni per il commercio e gli investimenti e alcuni hanno incluso restrizioni all’importazione o all’esportazione.
Secondo un recente Rapporto dell’OCSE, le restrizioni all’esportazione di materie prime critiche sono aumentate di oltre 5 volte nell’ultimo decennio, e questa tendenza potrebbe svolgere un ruolo nei principali mercati internazionali, con effetti potenzialmente considerevoli sia sulla disponibilità che sui prezzi di queste materie prime, mettendo anche a rischio la transizione verso la decarbonizzazione.