Durante il confronto con 6 Ministri dell’attuale Governo, Legambiente ha presentato le sue proposte di PNRR per rendere il Paese più verde, innovativo e inclusivo, individuando 23 priorità di intervento e 63 progetti territoriali, tra cui le 10 opere faro capaci di rendere concreta la transizione ecologica.
Nel corso di un evento ondato in onda dagli Studi Sky di Milano il 30 marzo 2021, Legambiente ha presentato ed interloquito con i principali rappresentanti del Governo e del mondo istituzionale, del mondo delle imprese e del terzo settore sul PNRR e sui tanti temi che ne prevedono l’inserimento dalla lotta alla crisi climatica all’agroecologia, dall’economia circolare alla transizione ecologica, dalle infrastrutture alla mobilità sostenibile.
“Ormai mancano 30 giorni alla scadenza fissata da Bruxelles per l’invio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR – ha dichiarato Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente – Dal nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi ci aspettiamo scelte coraggiose e radicali sui progetti da finanziare, puntando solo sulle tecnologie pulite per la produzione di energia rinnovabile, sull’idrogeno verde, sugli impianti di economia circolare, sulla mobilità a emissioni zero in città e sulle tratte extra urbane, sulla rigenerazione urbana, sull’agroecologia, sul turismo sostenibile e sulle aree protette. Solo così si potrà concretizzare la transizione ecologica di cui si parla da anni e proiettare davvero l’Italia al 2030 rendendola più verde, pulita e inclusiva, dando delle risposte concrete ai cittadini e ai giovani che continuano a scioperare per il clima. L’Europa ha le idee chiare sulla decarbonizzazione dell’economia continentale. In Italia finora non è andata così. È questo il momento giusto per dimostrare quella volontà politica che è mancata finora, evitando allo stesso tempo gli errori del passato. L’Italia non perda questa importante occasione”.
Legambiente ha inoltre ricordato che le risorse pubbliche vanno indirizzate diversamente da quanto fatto finora. Un esempio arriva proprio dal fronte mobilità. Nel 2020 con il bonus auto è stato destinato un miliardo di euro di soldi pubblici per rottamare 125 mila vecchie auto e ridurre le emissioni di 61.000 tonnellate di CO2 all’anno. Con un miliardo avremmo potuto acquistare 2.500 autobus elettrici o 40.000 tax e car sharing elettrici, per tutti in 100 città, riducendo le emissioni di oltre 100.000 tonnellate di CO2 all’anno.
Per accelerare la transizione ecologica, secondo l’Associazione ambientalista è urgente aprire anche una nuova stagione di riforme trasversali, partecipazione dei cittadini e condivisione territoriale: si va dalle necessarie semplificazioni per velocizzare l’iter autorizzativo dei progetti di economia verde (a partire dagli impianti a fonti rinnovabili e quelli dell’economia circolare) al miglioramento qualitativo dei controlli ambientali attraverso il potenziamento del Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente per combattere la concorrenza sleale, dall’aumento delle competenze della pubblica amministrazione con un vasto programma di formazione e aggiornamento professionale alla nuova legge sul dibattito pubblico per prevenire le contestazioni e aumentare la condivisione di cittadini e istituzioni locali nella necessaria realizzazione delle opere che servono al Paese. Si tratta di riforme necessarie per garantire qualità dei progetti, velocità della spesa e certezza del rispetto delle regole.
Le proposte di Legambiente, frutto di un lungo dialogo durato 5 mesi con istituzioni, imprese, associazioni, sindacati, e di una scrittura collettiva e condivisa, proietta l’Italia nel 2030 e indica, per le 6 missioni indicate dall’Europa per la redazione del PNRR, 23 priorità di intervento, 63 progetti territoriali da realizzare, tra rinnovabili, mobilità sostenibile, economia circolare, adattamento climatico e riduzione del rischio idrogeologico, ciclo delle acque, bonifiche dei siti inquinati, innovazione produttiva, rigenerazione urbana, superamento del digital divide, infrastrutture verdi, turismo, natura e cultura, insieme a 5 riforme trasversali necessarie per accelerare la transizione ecologica del Paese.
Nel documento, inoltre, l’Associazione ambientalista descrive, regione per regione, quelle che a suo avviso sono le opere da realizzare e quelle da evitare, indicando in maniera chiara come spendere i quasi 69 miliardi di euro destinati per la “Rivoluzione verde e transizione ecologica” e i 32 miliardi destinati alle “Infrastrutture per la mobilità sostenibile”.
Legambiente ha anche presentato un elenco dettagliato di “10 opere faro”, capaci di rendere concreta la transizione ecologica: interventi esemplari, che toccano alcuni territori e i temi simbolo:
Il distretto industriale green di Taranto e Brindisi
La mobilità a emissioni zero in Pianura Padana e nei capoluoghi di provincia
La bonifica di Terra dei fuochi, Valle del Sacco, Val d’Agri, Gela e delle falde inquinate da PFAS
I parchi eolici off-shore nel canale di Sicilia, in Sardegna e in Adriatico
La riduzione del rischio idrogeologico in Campania, Calabria e Sicilia
Gli impianti dell’economia circolare nel centro sud
La connessione ecologica, digitale e cicloturistica dell’Appennino
La ricostruzione innovativa delle aree terremotate del centro Italia
Le infrastrutture ferroviarie per Calabria e Sicilia
Lo sviluppo del biologico e dell’agroecologia sulle Alpi, negli Appennini e nelle aree rurali attraverso La creazione di biodistretti