Cambiamenti climatici Fonti fossili

Emissioni metano: l’impegno globale per ridurle del 30% al 2030

Alla COP26 di Glasgow Ursula von der Leyen e Joe Biden lanciano il Global Methane Pledge, l’iniziativa a cui hanno aderito già oltre 100 Paesi per ridurre del 30% le emissioni di metano, gas serra più potente della CO2 nel breve periodo ma che perdura in atmosfera molto meno della CO2.

Come era stato annunciato, alla COP26 di Glasgow nel corso del Vertice dei Capi di Stato e di Governo (1-2 novembre 2021), Unione europea, Stati Uniti e partner hanno lanciato ufficialmente il Global Methane Pledge, l’iniziativa per tagliare le emissioni globali di metano di almeno il 30% rispetto ai livelli del 2020 entro il 2030, con particolare attenzione alle fonti ad alte emissioni, che se rispettato ridurrebbe il riscaldamento globale di almeno 0,2 °C  entro il 2050, mantenendo a portata di mano l’obiettivo di limitare il riscaldamento a 1,5 °C. 

Il Global Methane Pledge fa della ‘riduzione delle emissioni di metano’ un’impresa collettiva – ha affermato la Presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen che, assieme al Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, è stata promotrice dell’iniziativa – Ciò deve ovviamente essere supportato da solide basi scientifiche e dalla capacità di monitorare e calcolare le emissioni di metano. Perché sappiamo tutti che solo ciò che viene misurato può essere migliorato. Ecco perché la Commissione europea sostiene la creazione di un Osservatorio Internazionale sulle Emissioni di Metano, attraverso il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente. Sappiamo anche tutti che, per quanto importante sia questo Pledge, non si tratta solo di colpire gli obiettivi. Ci sono evidenti vantaggi nel ridurre le emissioni di metano, sìa per il pianeta, che per le persone. Se manteniamo questo impegno, possiamo prevenire oltre 200.000 morti premature. Possiamo prevenire centinaia di migliaia di visite al pronto soccorso legate all’asma e oltre 20 milioni di tonnellate di perdite di raccolto all’anno riducendo l’inquinamento da ozono a livello del suolo”.

Il RapportoClimate Change 2021: the Physical Science Basis” ovvero il primo contributo al 6° Rapporto di Valutazione (AR6) pubblicato lo scorso agosto dall’IPCC,  ha messo in evidenza che il metano è stato responsabile di una percentuale significativa del 1°C di riscaldamento che il mondo ha già sperimentato.

Inoltre, l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) nel suo RapportoCurtailing Methane Emissions from Fossil Fuel Operations. Pathways to a 75% cut by 2030” pubblicato il 12 ottobre 2021 con l’obiettivo di fornire approfondimenti e linee guida essenziali per i governi, le autorità di regolamentazione e l’industria energetica in vista della COP26, ha sottolineato, tra l’atro, che l’azione climatica non dovrebbe concentrarsi solo sull’anidride carbonica (CO2), dal momento che il metano è gas serra 84 volte più potente su una scala temporale di 20 anni, ma persistendo in atmosfera per un tempo più breve rispetto alla CO2, le azioni intraprese ora per ridurre le emissioni avranno un effetto più immediato sull’aumento della temperatura.

Ad oggi, sono 103 i Paesi che hanno aderito al Pledge e che rappresentano tutte le regioni del mondo, sia Paesi sviluppati che in via di sviluppo, e il 70% dell’economia globale e quasi la metà delle emissioni di metano di origine antropica. Al momento non vi hanno aderito, purtroppo, Cina, Russia e India.

Una delle cose più importanti che possiamo fare in questo decennio decisivo per mantenere l’obiettivo di 1,5 °C a portata di mano, è ridurre le nostre emissioni di metano il più rapidamente possibile – ha affermato a sua volta Joe Biden che ha segnalato come negli ultimi giorni sempre più Paesi stanno aderendo al Pedge – Questo farà un’enorme differenza. E non solo per quanto riguarda il contrasto ai cambiamenti climatici, come ha sottolineato la von der Leyen, ma anche per la salute degli individui, per il miglioramento dell’approvvigionamento alimentare riducendo la perdita di raccolto e il relativo inquinamento a livello del suolo, ma darà impulso alle nostre economie, facendo risparmiare denaro alle aziende, riducendo le perdite di metano, catturando il metano e trasformandolo in nuovi flussi di entrate, oltre a creare posti di lavoro ben retribuiti per i nostri lavoratori“.

Biden ha annunciato due nuove iniziative negli Stati Uniti, una tramite l’Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA) per ridurre le perdite di metano da oleodotti e gasdotti nuovi ed esistenti, il Dipartimento dei trasporti (DoT) per ridurre sprechi dai gasdotti, e un’altra per il coinvolgimento agricoltori e allevatori nella necessità di ridurre le emissioni di metano.

UE e Stati Uniti hanno inoltre sottolineato il notevole supporto finanziario che organismi filantropici internazionali hanno annunciato 328 milioni di dollari per il supporto finanziario e tecnico per le strategie di mitigazione del metano, mentre Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), Banca europea per gli investimenti (BEI) e il Fondo verde per il clima (GCF) si sono impegnati a sostenere l’impegno sia attraverso l’assistenza tecnica che il finanziamento dei progetto, con l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) che monitorerà la sua attuazione.

Ma non sarebbe più semplice ed efficace bloccare al 2030 l’estrazione dei combustibili fossili?

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