Eurostat ha fornito i dati sulle emissioni di gas serra nel 1° trimestre 2022 da cui emerge che dopo il crollo durante la pandemia è in atto un rialzo tale da raggiungere i livelli del 2019, con gli incrementi maggiori registrati in trasporti e stoccaggio (+21%), estrazione mineraria(+15%) e costruzioni (+11%), facendo diventare il percorso per l’obiettivo della neutralità climatica al 2050 sempre più difficoltoso.
Le emissioni di gas serra in UE sono aumentate portandosi quasi a livelli pre-Covid.
La conferma è arrivata da Eurostat che ha pubblicato il 16 agosto 2022 i dati relativi alle emissioni nel primo trimestre 2022, dell’economia UE, pari 1.029 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti, cifra leggermente inferiore ai livelli pre-COVID registrati nel primo trimestre del 2019, suddivise per attività economiche emittenti (industrie e famiglie). I gas serra comprendono: anidride carbonica (CO2), protossido di azoto (N20), metano (CH4) e gas fluorurati (idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi (PFC), esafluoruro di zolfo (SF6) e trifluoruro di sodio (NF3).
Ogni gas serra ha una diversa capacità di provocare il riscaldamento globale, a seconda delle sue proprietà radiative, del peso molecolare e della durata della permanenza nell’atmosfera. Il potenziale di riscaldamento globale (GWP) di ciascun gas è definito in relazione ad un dato peso di anidride carbonica per un determinato periodo di tempo (ai fini del Protocollo di Kyoto un periodo di 100 anni). Il GWP viene utilizzato per convertire le emissioni di gas serra in una misura relativa (nota come anidride carbonica equivalente (CO2-eq.). I fattori di ponderazione attualmente utilizzati sono i seguenti: anidride carbonica = 1; metano = 25; protossido di azoto = 298; esafluoruro di zolfo = 22.000 800; idrofluorocarburi e perfluorocarburi comprendono un gran numero di gas diversi che hanno GWP diversi.
Le emissioni di gas serra nel primo trimestre del 2022 sono aumentate del 6% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, per effetto della ripresa economica dopo il forte calo dell’attività causato dalla crisi indotta dalla pandemia.

I settori economici responsabili della maggior parte delle emissioni di gas serra nel 1° trimestre 2022 sono state le famiglie (24%), l’elettricità e l’approvvigionamento di gas (21%) e l’industria manifatturiera (20%), seguiti da agricoltura (12%) e trasporti e stoccaggio (10%). Le emissioni di gas serra sono aumentate in tutti i settori rispetto allo stesso periodo del 2021, ad eccezione delle famiglie che si sono mantenute allo stesso livello (245 milioni di tonnellate di CO2-eq.). Gli incrementi maggiori sono stati registrati in trasporti e stoccaggio (+21%), estrazione mineraria (+15%) e costruzioni (+11%).
I conti delle emissioni in atmosfera includono anche le famiglie come consumatori. Le loro emissioni sono contabilizzate ogniqualvolta il consumo delle famiglie è direttamente responsabile delle pressioni ambientali. Ad esempio, le emissioni di un’auto di proprietà privata sono contabilizzate tra le famiglie, mentre le auto di proprietà delle imprese di trasporto (come i taxi) sono contabilizzate tra il trasporto e lo stoccaggio.
Le emissioni nel primo trimestre del 2022 sono aumentate in quasi tutti gli Stati membri dell’UE, ad eccezione dei Paesi Bassi (-9%), della Finlandia (-1%) e della Slovacchia (invariate). Gli Stati membri con un maggior aumento delle emissioni rispetto allo stesso periodo del 2021 erano Bulgaria (+38%), Malta (+21%) e Irlanda (+20%). L’Italia ha segnato +7,4%, più della media UE.

Migliorare la tempestività delle statistiche sulla diffusione delle emissioni di gas serra è uno degli obiettivi del Piano d’azione Green Deal europeo con cui l’UE intende diventare un emettitore di carbonio net zero entro il 2050. I dati delle emissioni in atmosfera misurano, inoltre, l’interazione tra economia e ambiente rispetto alle emissioni in atmosfera, al fine di valutare se le attuali attività di produzione e consumo si trovano su un percorso di sviluppo sostenibile.