Efficienza energetica

Efficienza energetica: per gli obiettivi servono 16,2 mld annui

Nel corso del Convegno dell’Osservatorio sull’Efficienza Energetica (CESEF) di AGICI dal titolo “L’Efficienza Energetica cambia pelle: nuove policy e strategie per una transizione competitiva“, sono stati presentati i risultati dello Studio incentrato sull’impatto dei progetti integrati di efficienza energetica e fonti rinnovabili, ponendo l’attenzione sulle opportunità e le sfide di una transizione energetica economicamente sostenibile per operatori e consumatori.

Tra gli ambiziosi target europei di decarbonizzazione e la prolungata volatilità dei mercati energetici, le logiche di gestione dell’energia di tutti gli attori economici stanno cambiando radicalmente. In questo quadro di crescente complessità, gli operatori dell’Efficienza Energetica agiscono sempre di più come system integrator capaci di prestare servizi ampi e diversificati, nell’ottica di una gestione olistica dell’approvvigionamento energetico. Un’evoluzione testimoniata dai risultati economici: negli ultimi 10 anni, i fatturati aggregati delle aziende del comparto sono aumentati del 62%, passando dai 7,6 miliardi di euro del 2014 ai 12,2 miliardi del 2023.

Sono queste alcune delle evidenze emerse dallo Studio Efficienza e Transizione Energetica. Competitività di modelli integrati” che il CESEF (Centro Studi sull’Economia e il Management dell’Efficienza Energetica) di AGICI, boutique di ricerca e consulenza economico-strategica nei settori di energia, servizi pubblici e infrastrutture attiva da 40 anni. ha presentato il 2 aprile 2025 a Milano nel corso del Convegno “L’Efficienza Energetica cambia pelle: nuove policy e strategie per una transizione competitiva”.

In questi anni abbiamo assistito a una profonda trasformazione del settore dell’efficienza energetica, che ha visto le aziende del comparto ricoprire sempre di più il ruolo di accompagnatori e abilitatori del processo di decarbonizzazione a tutto tondo – ha affermato Stefano Clerici, Consigliere Delegato di AGICI – A fronte degli ambiziosi target comunitari, questo processo richiede un’accelerazione degli investimenti, che al sostegno pubblico combini il coinvolgimento della finanza privata. Per farlo occorre dare continuità pluriennale alle regole del gioco, e riconoscere la centralità degli attori specializzati, in grado di apportare risorse economiche e competenze”.

Lo studio ha analizzato il potenziale di riduzione di consumi ed emissioni degli interventi di efficienza energetica (EE) integrati a fonti di energia rinnovabile (FER) quale percorso più efficace per la decarbonizzazione. L’analisi prende in considerazione 4 modelli di intervento associati a 4 forme di consumo: residenziale unifamiliare, residenziale condominio, edifici pubblici e industria.

Dallo studio emerge che per il settore residenziale unifamiliare, la combinazione integrata di isolamento termico, fotovoltaico, pompa di calore e accumulo (batteria) consente, sul singolo edificio, una riduzione delle emissioni fino al 94%.

Per il modello basato su condomini, il report indica l’integrazione tra coibentazione dell’involucro e teleriscaldamento come la soluzione più efficace, in grado di ridurre l’89% delle emissioni.

Le tecnologie integrate risultano le soluzioni migliori anche per il modello degli edifici pubblici, tra cui scuole e ospedali, pur riscontrando riduzioni delle emissioni più modeste rispetto ai casi precedenti, legate principalmente a vincoli nella capacità di spesa delle amministrazioni locali.

Il report, infine, individua gli impatti anche per il settore dell’industria, dove secondo il modello individuato da AGICI, l’integrazione tra EE e FER permetterebbe un abbattimento del 54% delle emissioni.

Queste soluzioni, evidenzia lo studio, richiedono ingenti investimenti, soprattutto alla luce della crescente ambizione delle policy comunitarie negli aggiornamenti delle Direttiva sull’Efficienza Energetica e della Direttiva EPBD (“Case Green”), recepite parzialmente nella revisione del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC).

Per centrare gli obiettivi della Direttiva EPBD al 2030, pari a un risparmio energetico del 16% rispetto ai livelli del 2020 per il settore residenziale, l’analisi AGICI stima un fabbisogno di investimenti di 13 miliardi di euro all’anno (78 miliardi complessivi in sei anni) per la realizzazione di interventi integrati – che combinano cioè almeno un intervento edile e la sostituzione dell’impianto termico – per un totale di 2,2 milioni di interventi in sei anni.

Per quanto riguarda gli edifici pubblici, il fabbisogno risulta invece di 2,5 miliardi all’anno (15 miliardi in sei anni); per il settore delle imprese, la stima di AGICI sul fabbisogno di investimenti è compreso tra i 2,6 e 5,4 miliardi di euro entro il 2030, pari a 0,7 miliardi ogni anno. Complessivamente, emerge dunque un fabbisogno di investimenti annuo pari a 16,2 miliardi di euro.

In questo contesto, AGICI evidenzia come gli incentivi esistenti non siano sufficienti a stimolare gli investimenti privati necessari. A ciò si aggiunge la crescente difficoltà delle finanze pubbliche di farsi carico delle spese richieste dalla transizione energetica. Per rispondere a tali esigenze, lo studio sottolinea dunque l’urgenza di un quadro di supporto pubblico più chiaro e stabile, capace di coinvolgere in modo efficace il settore della finanza privata, tra cui banche di sviluppo, fondi di private equity e istituti bancari.

“La sfida odierna è quella di rendere anche economicamente sostenibili progetti di efficientamento e decarbonizzazione profondi – ha sottolineato Michele Perotti, Direttore dell’Osservatorio CESEF di AGICI – Una leva fondamentale sono le forme contrattuali che permettono di contenere gli investimenti a carico dei consumatori (famiglie, imprese, amministrazioni). Due modalità sempre più diffuse sono gli Energy Performance Contract e i Power Purchase Agreement, che in modi diversi permettono agli utenti di ridurre e stabilizzare i costi dell’energia, oltre che ridurre il proprio footprint ambientale. Il riconoscimento della centralità di questi meccanismi a livello normativo potrà essere un acceleratore notevole di investimenti in efficienza e transizione energetica.”

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