Biodiversità e conservazione

Dodo: scoprire la vera natura di questo famoso uccello estinto

Ricercatori dell’Università di Southampton, del Museo di Storia Naturale (NHM) di Londra e del Museo di Storia Naturale dell’Università di Oxford, hanno intrapreso la revisione più completa della tassonomia del Dodo, un piccione gigante endemico dell’isola di Mauritius e incapace di volare, scomparso dopo neanche un secolo dal suo rinvenimento nel 1598 e divenuto metafora dell’azione distruttiva dell’uomo, affinché la ricerca intrapresa possa aiutare a salvare anche gli uccelli in via di estinzione di oggi.

Sfidare i nostri preconcetti sul Dodo, una delle specie di uccelli più note ma poco studiate, attraverso la revisione della sua tassonomia e quella del suo parente più prossimo, il Solitario dell’isola di Rodrigues.

È l’obiettivo che si propongono ricercatori dell’Università diSouthampton, del Museo di Storia Naturale (NHM) di Londra e del Museo di Storia Naturale dell’Università di Oxford, che hanno pubblicato il 16 agosto 2024 sullo Zoological Journal of the Linnean Society l’articolo The systematics and nomenclature of the Dodo and the Solitaire (Aves: Columbidae), and an overview of columbid family-group nomina”.

Il Dodo (Raphus cucullatus) era un piccione gigante incapace di prendere il volo che viveva a Mauritius (Isole Mascarene). Alto in media un metro poteva pesare fino a 17 chili. Sappiamo com’era fatto grazie soprattutto ai dipinti dell’epoca, mentre l’anatomia scheletrica è più dettagliata, grazie ai resti fossili scoperti negli anni ’60 dell’Ottocento nella palude Mare aux Songes, una lagerstätte ovvero un deposito sedimentario con molti subfossili di animali.

Evolutosi in assenza di predatori, il Dodo era facilmente cacciato dai marinai olandesi che colonizzarono Mauritius, anche se la sua estinzione sarebbe dovuta soprattutto all’introduzione di altre specie animali, aliene per l’arcipelago, quali ratti, gatti, manguste, maiali e macachi che avrebbero fatto razzia dei nidi di dodo, tanto che fu avvistato per l’ultima volta nel 1662.

La stessa sorte è occorsa al suo parente stretto il Solitario di Rodrigues (Pezophaps solitaria), un’altra isola delle Mascarene, anche questo incapace di volare.

Nel XVIII e all’inizio del XIX secolo, il Dodo e il Solitaire erano considerati animali mitologici – ha affermato Mark Young, autore principale del documento – È stato il duro lavoro degli scienziati dell’era vittoriana a dimostrare finalmente che il Dodo e il Solitaire non erano mitologici, ma gigantesche colombe di terra. Purtroppo, nessuno è riuscito a stabilire quante specie ci fossero. Per gran parte del XIX e XX secolo, i ricercatori pensavano che ci fossero tre specie diverse, anche se alcuni pensavano che ce ne fossero state quattro o addirittura cinque.

Gli scienziati hanno esaminato con cura 400 anni di letteratura scientifica e visitato collezioni in tutto il Regno Unito per garantire che questa specie iconica che incarna il potenziale distruttivo dell’umanità, fosse classificata correttamente, come peraltro per il Solitario di Rodrigues.

Il Dodo è stato il primo essere vivente registrato come presente e poi scomparso – ha dichiarato Neil Gostling , Professore di Evoluzione e Paleontologia presso l’Università di Southampton, autore supervisore del documento – Prima di allora, non si pensava che gli esseri umani potessero influenzare la creazione di Dio in questo modo. In quel periodo i princìpi e i sistemi scientifici su cui facciamo affidamento per etichettare e classificare una specie non erano ancora in vigore. Sia il Dodo che il Solitario erano scomparsi prima che avessimo la possibilità di capire cosa stessimo osservando.”

Si è scritto molto di più sul dodo che su qualsiasi altro uccello, eppure non si sa praticamente nulla di lui in vita – ha sottolineato Julian Hume, Paleontologo aviario presso il Natural History Museum e coautore dello studio – Sulla base di secoli di confusione nomenclaturale, e circa 400 anni dopo la sua estinzione, il Dodo e il Solitaire continuano a suscitare accesi dibattiti. Siamo partiti da dove sono state fatte le prime dichiarazioni, abbiamo visto come si sono sviluppate e abbiamo identificato varie ‘tane di coniglio’ per correggere il resoconto, come meglio potevamo.”

Grazie a questo lavoro, i ricercatori sono stati in grado di confermare che entrambi gli uccelli appartengono alla famiglia dei columbidi (piccione e colomba), sottofamiglia Raphinae.
Comprendere le sue relazioni più ampie con altri piccioni è di importanza tassonomica, ma dal punto di vista della conservazione, la perdita del dodo e del solitario significa che è andato perduto un ramo unico dell’albero genealogico dei piccioni – ha aggiunto Gostling – Non ci sono altri uccelli vivi oggi come queste due specie di colomba gigante di terra.” (Cfr: l’articolo “L’uomo sta segando i rami dell’albero della vita”)-

Fa parte del progetto il lavoro con la paleoartista Karen Fawcett che ha creato un modello dettagliato a grandezza naturale del Dodo per dare vita alle parole sulle pagine di libri e articoli di giornale: “Questo lavoro è stato la fusione di scienza e arte per raggiungere accuratezza e realismo in modo che queste creature tornino da morti a reali e tangibili affinché le persone possano toccarle e vederle“.

I ricercatori ritengono che l’idea popolare del Dodo come animale grasso e lento, predestinato all’estinzione, sia errata.
Anche quattro secoli dopo, abbiamo ancora molto da imparare su questi uccelli straordinari – ha dichiarato Young – Il dodo era davvero l’animale stupido e lento che ci hanno insegnato a credere? I pochi resoconti scritti di Dodo viventi affermano che era un animale veloce che amava la foresta.

Le prove ricavate dai campioni ossei suggeriscono che il tendine del Dodo che chiudeva le sue dita era eccezionalmente potente, analogo agli uccelli che si arrampicano e corrono oggi – ha sottolineato Gostling – Il Dodo era quasi certamente un animale molto attivo e molto veloce. Queste creature erano perfettamente adattate al loro ambiente, e le isole su cui vivevano erano prive di mammiferi predatori. Quindi, quando gli umani arrivarono, portando ratti, gatti e maiali, il Dodo e il Solitaire non ebbero alcuna possibilità. I Dodo occupavano un posto fondamentale nei loro ecosistemi. Se li capissimo, potremmo essere in grado di supportare il recupero dell’ecosistema a Mauritius, forse iniziando a riparare il danno iniziato con l’arrivo degli umani quasi mezzo millennio fa.

Lo studio segna l’inizio di un progetto più ampio per comprendere la biologia di questi animali iconici.
Il mistero del Dodo sta per essere svelato – ha spiegato Markus Heller, professore di Biomeccanica presso l’Università di Southampton e coautore dello studio – Abbiamo riunito un fantastico team di scienziati per scoprire la vera natura di questo famoso uccello estinto. Ma non stiamo solo guardando indietro nel tempo: la nostra ricerca potrebbe aiutare a salvare anche gli uccelli in via di estinzione di oggi. Utilizzando la tecnologia informatica all’avanguardia, stiamo ricomponendo il modo in cui viveva e si muoveva il Dodo. Non si tratta solo di soddisfare la nostra curiosità. Comprendendo come si sono evoluti gli uccelli in passato, stiamo imparando lezioni preziose che potrebbero aiutare a proteggere le specie di uccelli oggi. È come risolvere un enigma vecchio di 300 anni, e la soluzione potrebbe aiutarci a impedire che altri uccelli seguano la stessa sorte del Dodo.

In copertina: Il Dodo era parte integrante dell’ecosistema di Mauritius. Opera artistica di Julian Pender Hume.

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