Cambiamenti climatici Malattie e cure Salute

Dengue: con i cambiamenti climatici aumenta il rischio

L’Italia alza il livello di allerta per Il rischio di diffusione della Dengue correlata ai viaggi, ma anche l’aumento delle temperature, dell’umidità e dell’intensità delle precipitazioni per effetto dei cambiamenti climatici comporterà la maggiore diffusione dei vettori (zanzare del genere Aedes), come ha evidenziato la recente valutazione sul rischio climatico dell’Agenzia Europea dell’Ambiente.

In questi giorni i media stanno dando grande risalto ai casi globali di Dengue, soprattutto in Centro e Sud-America, dove in Brasile si sono superati i 2 milioni di casi.

In Italia, secondo quanto comunicato il 22 febbraio 2024 durante un Question-time al Senato della Repubblica sulle azioni di prevenzione del Dengue, dal Ministro della Salute Orazio Schillaci “la situazione oggi non risulta allarmante”.

Nel 2023 si sono registrati i Italia 362 casi di Dengue, 82 dei quali autoctoni. Mentre nel corrente anno al 21 febbraio 2024 sono identificati sul territorio nazionale 48 casi confermati, tutti importati.

Comunque, il Ministero della Salute ha alzato il livello di allerta per la Dengue alle frontiere diramando una Circolare in risposta all’aumento globale dei casi e agli avvertimenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) contro la diffusione della malattia. Secondo l’OMS, dall’inizio del 2023, la trasmissione in corso, combinata con un picco inaspettato di casi con oltre 5 milioni di casi e più di 5.000 decessi correlati alla dengue in oltre 80 Paesi e territori.

La Dengue è una malattia virale trasmessa dalle zanzare del genere Aedes, soprattutto dalla zanzara tigre (Aedes albopictus), facilmente riconoscibile perché, oltre che pungerci in pieno giorno, ha le striature bianche sul capo, torace, addome e zampe. Si tratta di specie aliena ovvero non era diffusa nelle nostre regioni, ma a causa di viaggi e scambi internazionali e soprattutto per effetto dei cambiamenti climatici in atto, ha aumentato il suo areale di diffusione, adattandosi alle diverse stagioni, migrando e diffondendosi in nuove aree di nicchia che sono diventate più calde.

Di solito la Dengue inizia con sintomi simil-influenzali come febbre, mal di testa, dolori muscolari e articolari, eruzione cutanea, che compaiono 3-14 giorni dopo l’infezione. In alcuni casi, la malattia può diventare grave, portando a condizioni come la febbre dengue emorragica e la sindrome da shock dengue. Quando la malattia è grave, il rischio di mortalità è maggiore.

Non esiste un trattamento specifico. La diagnosi precoce è fondamentale per consentire la fornitura di cure di supporto adeguate ai pazienti e per applicare misure di controllo della malattia nella zona. Ci sono due vaccini contro la dengue; entrambi sono progettati principalmente per l’uso in aree in cui la dengue è molto comune. 

La prima Valutazione europea del rischio climatico (EUCRA) che l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ha pubblicato l’11 marzo 2024, nel Capitolo dedicato ai rischi per la salute segnala la trasmissione di malattie infettive  tra quelle in aumento. Secondo gli autori, la stagionalità di trasmissione potrebbe aumentare di 1-2 mesi nell’Europa meridionale e orientale al 2080, quando saranno a rischio 150-200 milioni di individui.

Nel Capitolo Malattie Infettive che esamina la misura in cui la popolazione in Europa è già esposta a un rischio elevato per malattie infettive dovute ai cambiamenti climatici, si ricorda che l’impennata dei casi di dengue in Francia nel 2023, compreso il rilevamento del primo caso autoctono nella regione dell’Île-de-France, ha sensibilizzato l’opinione pubblica sulla minaccia di malattie trasmesse dalle zanzare in Europa. Inoltre, I rischi climatici possono anche verificarsi a cascata, contribuendo alla trasmissione di malattie. Per esempio, inondazioni e forti piogge possono provocare la formazione di acqua stagnante che le zanzare possono rapidamente occupare e dove si riproducono, trasmettendo malattie come la Dengue.

“In Italia, Slovenia e Albania c’è la popolazione di zanzare tigre più abbondante, endemica in queste zone già dagli anni ’90 - ha dichiarato all’ANSA, Cyril Caminade, ricercatore dell’Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics. di Trieste, che ha contribuito ai due capitoli citati dell’EUCRA - Ormai sono qui e non se ne andranno. La loro attività stagionale con il riscaldamento globale diventa più lunga e la popolazione stessa è in crescita. Questi fattori, combinati con il fatto che ci sono molte persone che viaggiano in zone tropicali, porta a un aumento della diffusione della Dengue. La cosa più importante per mitigare il rischio della febbre dengue è mantenere una sorveglianza sanitaria di salute pubblica e soprattutto che la popolazione abbia un livello alto di consapevolezza rispetto ai rischi e alle buone pratiche. Inoltre, bisogna continuare con i controlli delle popolazioni di zanzare, come per esempio le disinfestazioni”.

In copertina: Zanzara tigre (Aedes albopictus) – Fonte: ECDC
 

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.