Un gruppo di cattedratici del settore sanitario di Università europee ha redatto un Commento sulla rivista The Lancet Regional Health-Europe, in cui sostiene che l’Europa deve continuare ad impegnarsi in una leadership climatica coraggiosa e decisa che salvaguardi la salute dei cittadini, rafforzando il suo Green Deal, senza seguire l’Amministrazione Trump in una massiccia produzione di combustibili fossili negli Stati Uniti, che sta infliggendo un duro colpo agli sforzi globali per clima e salute.
Con gli Stati Uniti che si stanno ritirando dalle riduzioni delle emissioni di gas serra e che incoraggiano altre nazioni a seguirne l’esempio, l’Europa deve continuare a impegnarsi in una leadership climatica coraggiosa e decisa.
È questa la sollecitazione che viene da un gruppo di Professori e Scienziati di discipline sanitarie di alcune Università europee che hanno pubblicato sul numero di aprile 2024 di “The Lancet Regional Health – Europe” il Commento “Europe’s climate leadership in an ‘America first’ era”, in cui esprimono le loro profonde preoccupazioni per la salute e il benessere delle popolazioni qualora l’Europa seguisse le orme del nuovo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump per l’inazione climatica.
“Ritirandosi (di nuovo) dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Accordo di Parigi, tagliando i finanziamenti per clima, salute e sviluppo, eliminando le menzioni sul clima dai siti web, imbavagliando i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, mettendo in congedo amministrativo il personale dell’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA), dichiarando una ‘emergenza energetica nazionale’ con la promessa di ‘trivellare, tesoro, trivellare’, Trump da quando è tornato in carica ha firmato oltre 30 ordini esecutivi (e il conteggio prosegue) che invertono i progressi in materia di clima e salute. Queste azioni scatenano la produzione di combustibili fossili negli Stati Uniti e infliggono un duro colpo agli sforzi globali per clima e salute”.
E tutto questo avviene, sottolineano gli Accademici, in un contesto in cui il 2024 è stato dichiarato l’anno più caldo mai registrato e il primo a superare la soglia di 1,5 °C, e gli Stati Uniti sono ancora sotto shock per i devastanti incendi che hanno travolto Los Angeles e per la scia di distruzione lasciata dagli uragani lungo le sue zone costiere mesi prima. In tutto il mondo, i livelli di gas serra continuano ad aumentare, spingendo i limiti planetari e costringendo le comunità a prepararsi all’impatto di eventi estremi feroci. Eppure, dieci anni dopo l’impegno a limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 °C, le attuali politiche di mitigazione in tutto il mondo rimangono inadeguate, come dimostra un aumento previsto di 3,2 °C entro il 2100. Tali aumenti di temperatura potrebbero essere persino maggiori se le nazioni indebolissero l’azione per il clima. Mentre molte delle azioni di Trump affrontano sfide legali, i conseguenti disordini geopolitici alimentati dallo scetticismo climatico degli Stati Uniti sottolineano l’urgente necessità di un’azione globale coordinata per il clima come mai prima d’ora.
La recente analisi del think tank Carbon Tracker che tiene traccia dell’impatto della transizione energetica sui mercati dei capitali e sui potenziali investimenti in combustibili fossili ad alto costo e ad alta intensità di carbonio, ha rilevato che negli ultimi mesi. complice il cambio delle politiche statunitensi sotto l’amministrazione Trump, le aziende dei combustibili fossili si stanno allontanando sempre di più dall’allineamento con gli obiettivi climatici internazionali.
“Poiché il cambiamento climatico non conosce confini, l’inazione degli Stati Uniti sul clima, come l’inazione di qualsiasi grande emettitore, avrà conseguenze di vasta portata e a catena, influenzando in modo sproporzionato il benessere delle popolazioni più vulnerabili del mondo – scrivono gli autori del Commento – Abbandonare gli sforzi per ridurre le emissioni renderà l’aria più sporca, aumenterà l’incidenza e la diffusione geografica di innumerevoli malattie e lascerà milioni di persone con un peggioramento della salute a livello globale. La battaglia simultanea della Spagna del 2024 con inondazioni mortali e gravi siccità è un duro monito che il cambiamento climatico mette già a repentaglio vite umane in Europa. Dall’insicurezza alimentare e idrica alla diffusione di malattie infettive, i trend negativi per la salute stanno accelerando e si prevede che peggioreranno in tutti gli scenari di emissione. Questi effetti negativi sulla salute sono evidenti in tutta Europa dove le temperature aumentano al doppio del tasso globale. Ad esempio, le temperature estive da record in Europa hanno provocato un aumento della mortalità correlata al caldo, con 61.000 e 47.000 decessi in eccesso solo nel 2022 e nel 2023”.

(A) Indicatori di impatto sulla salute correlati al clima, con stabilizzazione o peggioramento della maggior parte degli indicatori monitorati rispetto alla loro base di riferimento.
(B) Indicatori di risposta ai cambiamenti climatici, con un certo miglioramento nella maggior parte degli indicatori rispetto alla loro base di riferimento.
(C) Indicatori di coinvolgimento su clima e salute, con un aumento del coinvolgimento nella maggior parte degli indicatori rispetto alla loro base di riferimento. (Fonte: The Lancet Regional Health, 2025)
Peraltro, un recente studio di modellazione pubblicato il 27 gennaio 2025 su Nature Medicine e condotto da ricercatori di varie università e istituti di ricerca europei, suggerisce che il numero di decessi dovuti al caldo estremo potrebbe aumentare vertiginosamente nel corso del secolo nelle città europee, soprattutto nella regione mediterranea, anche se si dovessero compiere sforzi per garantire la sicurezza delle persone.
“Nonostante le varie opposizioni – che vanno dalle preoccupazioni sulla competitività economica e sulle politiche industriali alle incognite sui costi e le tempistiche di attuazione, fino alla resistenza dei populisti scettici sul clima – l’Europa ha ampliato l’uso delle energie rinnovabili e migliorato l’efficienza energetica. Nel 2024, l’energia solare ha superato il carbone come principale fonte energetica, mentre la produzione di gas naturale continua a diminuire – sottolineano gli scienziati – Questi sforzi di decarbonizzazione migliorano la sicurezza energetica, riducono la dipendenza dalle importazioni e migliorano la salute pubblica riducendo l’inquinamento atmosferico. 5 Essendo una delle maggiori economie, l’UE può accelerare l’azione per il clima a livello globale stipulando accordi bilaterali e partnership a sostegno della transizione verde. Tra gli esempi figurano le Alleanze Verdi con Canada e Giappone e i Partenariati per una Transizione Energetica Giusta, che evidenziano i punti di forza di un approccio unificato nell’affrontare questa minaccia globale per la salute della popolazione”.
Gli autori sottolineano quanto sia importante per l’UE e le altre nazioni europee rafforzare le proprie ambizioni in materia di Green Deal e migliorare i Piani Nazionali di Adattamento e altre politiche climatiche chiave, riconoscendo i benefici collaterali per la salute, spesso trascurati, dell’azione climatica. Ciononostante, osservano che il programma di lavoro della nuova Commissione UE “sembra minacciare l’ambizione verso la transizione verde a favore della competitività economica e della ’semplificazione’ della legislazione”.
“Sebbene ambizioso, l’obiettivo proposto di riduzione delle emissioni del 90% per il 2040 non è sufficiente a ridurre le emissioni dell’Europa in modo sufficientemente in linea con le responsabilità di equa condivisione delle emissioni (calcolate utilizzando la popolazione europea e le emissioni storiche), e il raggiungimento degli obiettivi dipende in modo critico dall’attuazione delle politiche da parte dei paesi. Questo non è il momento di diluire o di essere paralizzati dalle sfide del panorama geopolitico emergente. L’azione per il clima non solo garantirà l’indipendenza energetica, la competitività e contribuirà a evitare alcuni degli impatti più gravi sul pianeta e sulla salute umana; fornirà anche immediati benefici collaterali per la salute e più ampi benefici sociali (ad esempio, riduzione dell’inquinamento atmosferico, aumento dell’attività fisica e cambiamenti nella dieta). L’Europa deve rafforzare il suo impegno a lungo termine nei confronti dell’accordo di Parigi e di altre politiche per salvaguardare il clima e il benessere umano. Con un’azione decisa ed equa, l’Europa può dare il buon esempio promuovendo una politica climatica incentrata sulla salute per il benessere di tutte le sue popolazioni”.