Il Rapporto “Adaptation GAP Report”, presentato a Lima nel corso della COP20, indica che anche riducendo le emissioni di gas serra fino al livello richiesto per limitare l’aumento delle temperature mondiali a 2° C nel corso di questo secolo il processo di adattamento ai cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo potrebbe essere superiore di 2-3 volte l’ammontare previsto, salendo fino a 150 miliardi di dollari l’anno tra il 2025 e il 2030 per raggiungere i 250-300 miliardi di dollari all’anno entro il 2050.
Il Programma Ambiente delle Nazioni Unite(UNEP), dopo la pubblicazione alla vigilia della Conferenza ONU sul Clima (COP20-UNFCCC) di Lima dell’annuale Rapporto “The Emissions GAP Report”, che ha messo in evidenza il “divario” in termini di emissioni tra gli impegni finora assunti dai Paesi contraenti la Convenzione sui Cambiamenti Climatici, e quanto sarebbe necessario per mantenere la temperatura entro i +2 °C alla fine del secolo, ha presentato nel corso della Conferenza stessa il suo primo preliminare Rapporto “Adaptation GAP Report”.
Questo nuovo Rapporto fornisce un’immagine del divario nelle azioni di adattamento a livello globale tra quel che bisognerebbe fare e quel che è la realtà, nonché una valutazione preliminare di questo divario per quanto attiene i finanziamenti, le tecnologie e le conoscenze e come agire per meglio determinarlo e colmarlo.
Senza ulteriori azioni di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, come indicato in “The Emissions GAP Report” 2014, i costi per le attività di adattamento saliranno ancora di più in quanto sarà necessaria un’azione di maggiore ampiezza e più costosa per proteggere le comunità dagli impatti crescenti dei cambiamenti climatici come la siccità, le inondazioni e l’aumento del livello del mare.
“Mentre i leader mondiali si stanno incontrando a Lima per compiere una nuova e decisiva tappa decisiva in vista della firma di un accordo mondiale sui cambiamenti climatici, questo rapporto sottolinea l’importanza di prevedere dei piani completi che attengono – ha affermato alla presentazione del Rapporto Achim Steiner, Direttore esecutivo dell’UNEP – Gli impatti dei cambiamenti climatici vengono già ora iscritti nei bilanci di alcune autorità nazionali e locali. Gli aumenti dei costi che questo implica per le comunità, le città, le imprese, i contribuenti e le disponibilità dei bilanci nazionali meritano maggiore attenzione, perché avranno conseguenze economiche tangibili. Le autorità nazionali e la comunità internazionale dovrebbero assumere le misure necessarie affinché in futuro la pianificazione e le disponibilità di bilancio debbono tener conto delle lacune in termini di finanziamento per le tecnologie e le conoscenze. Particolarmente gravi sono le preoccupazioni per i Paesi meno sviluppati, le cui risorse finanziarie allocate per lo sviluppo dovranno essere destinate al finanziamento delle azioni di adattamento”.
“Il Rapporto sottolinea con forza che i costi dell’inazione possono essere molto salati – ha aggiunto Steiner – La discussione sugli aspetti economici della nostra risposta ai cambiamenti climatici deve essere più obiettiva. Dobbiamo farlo per noi, ma anche per la prossima generazione su cui si riverserà il conto”.
Il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) nel suo ultimo A5R Synthesis ha stimato che i costi di adattamento ai cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo entro il 2050 si aggirino tra i 70 e i 100 miliardi di dollari, ma sulla base dei dati forniti dalla Banca Mondiale nel 2010.
Questo Rapporto, realizzato in collaborazione con 19 istituti e centri di ricerca, includendo nuovi studi nazionali e di settore, aggiorna le cifre precedenti con nuove analisi e modellizzazioni, e rileva che sono state significativamente sottostimate. Uno studio recente ha indicato che l’adattamento costerebbe all’anno mediamente fino a 40 miliardi di dollari nella sola Asia Meridionale.
“Anche riducendo le emissioni di gas serra fino al livello richiesto per limitare l’aumento delle temperature mondiali a 2° C nel corso di questo secolo il processo di adattamento ai cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo potrebbe essere superiore di 2-3 volte l’ammontare previsto, salendo fino a 150 miliardi di dollari l’anno tra il 2025 e il 2030 per raggiungere i 250-300 miliardi di dollari all’anno entro il 2050”.
Queste stime si basano sul fatto che siano intraprese le misure per ridurre le emissioni al livello richiesto per raggiungere l’obiettivo di limitare la temperatura globale a +2 °C rispetto ai livelli pre-industriali entro la fine del secolo e che presuppone la necessità di una neutralità globale del carbonio al 2050, come indicato in “The Emissions GAP Report”.
Il Rapporto sottolinea, inoltre, che i Paesi meno avanzati (Least Developed Countries) e i Piccoli Stati insulari in via di sviluppo (Small Island Developing States) avranno sicuramente maggiori necessità di adattarsi: senza sforzi per intraprendere subito misure adeguate in questi Paesi, il gap dell’attuale adattamento aumenterà in maniera tale che in futuro bisognerà impegnare maggiori risorse finanziarie.