Due settimane di intensi negoziati a Bonn (3-13 giugno 2024) per discutere degli sforzi globali per ridurre le emissioni e proteggere le persone dai rischi climatici non hanno lasciato i delegati molto ottimisti sul fatto che la COP29 possa segnare la tanto necessaria correzione di rotta.
“Colleghi, a Dubai ci siamo riuniti e abbiamo superato le differenze, anche se è stato difficile. Mi sono impegnato con tutti voi per comportarmi da intermediario onesto e neutrale. In questo spirito posso dire che qui a Bonn abbiamo fatto passi avanti modesti, deviando dalla strada per Baku. Troppe questioni sono rimaste irrisolte e troppi elementi sono ancora sul tavolo”.
Queste sono state le parole di esordio delle osservazioni conclusive pronunciate dal Segretario esecutivo dell’UNFCCC Simon Stiell al termine delle riunioni sul clima di Bonn (3-13 giugno 2024) che avrebbero dovuto far progredire le trattative su alcune questioni dirimenti in vista della 29esima Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC-COP29) che si svolgerà in Azerbaigian (Baku, 11-22 novembre 2024).
Si è trattato di 30 riunioni degli Organi sussidiari (SBI e SBSTA) che collaborano con le Parti per completare quanto più lavoro tecnico possibile prima delle sessioni delle COP, per garantire progressi su tutte le questioni, e di una serie di eventi collaterali, a cui hanno partecipato 8.606, inclusi 3.444 delegati delle Parti, 2.467 osservatori di organizzazioni non governative e 225 rappresentanti dei media.
Alla COP28 di Dubai, solo sei mesi fa, l’esito del primo Global Stocktake (GST) il processo “per fare il punto sull’attuazione dell’Accordo di Parigi, con l’obiettivo di valutare i progressi collettivi globali verso il raggiungimento dello scopo dell’accordo e dei suoi obiettivi a lungo termine”, che si tiene ogni cinque anni per informare la prossima tornata di contributi determinati a livello nazionale (NDC), da anticipare entro febbraio 2025, aveva fatto adottare, tra l’altro, la decisione che entro il 2030 i combustibili fossili nei sistemi energetici sarebbero stati abbandonati, che il ruolo delle energie rinnovabili sarebbe triplicato e l’efficienza energetica sarebbe raddoppiata, nonché di presentare NDC allineati con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C.
La Conferenza sul Clima di Bonn è stata la prima opportunità per le Parti di discutere su come attuare questi appelli e altri elementi della decisione sul GST, ma le discussioni non hanno lasciato i delegati molto ottimisti sul fatto che la COP29 possa segnare la tanto necessaria correzione di rotta.
Dopo due settimane di negoziati, le parti non hanno fatto molti progressi nella definizione delle modalità di un nuovo dialogo sull’attuazione dei risultati della GST: concentrarsi sui mezzi della sua attuazione, in particolare sulla finanza, o riflettere sull’attuazione di tutti gli elementi della decisione?
Le discussioni sul programma di lavoro di mitigazione sono state ancora più controverse, non essendo stato raggiunto alcun accordo, nemmeno per informare le discussioni della COP29.
Sono mancati anche progressi sull’obiettivo globale di adattamento, nonché per l’identificazione delle esigenze di ricerca e la tempestività dei contributi da parte dell’IPCC nelle discussioni sulla ricerca e sull’osservazione sistematica.
Su una serie di questioni, compreso il genere, le Parti sono riuscite a concordare solo aspetti procedurali con cui accettano di continuare l’esame della questione nella prossima sessione, sulla base delle discussioni svoltesi a Bonn.
Sono mancati anche progressi sostanziali sul nuovo obiettivo quantificato collettivo (NCQG) per i finanziamenti per il clima che dovrà essere concordato alla COP29, che non deve essere inferiore a 100 miliardi di dollari all’anno e che dovrà essere definito prima del 2025. Le posizioni delle Parti distanti su questioni chiave come la base dei donatori e dei riceventi, e deve essere indicata la portata dell’obiettivo che dovrà definire la traiettoria dell’azione climatica per gli anni successivi.
“C’è poco tempo – ha osservato il Segretario esecutivo dell’UNFCC – Dobbiamo compiere progressi a tutti i livelli: ora, i Capi delegazione devono raddoppiare gli sforzi per presentare ai Ministri e ai Leader opzioni praticabili ben prima della COP. Invito tutti i Governi a intensificare gli sforzi su Piani nazionali sul clima più forti: NDC che coprano ogni settore e tutti i gas serra e che sblocchino maggiori finanziamenti, e che tutelino tutti, soprattutto i più vulnerabili. Rapporti biennali sulla trasparenza che mettano in luce i progressi climatici globali e indichino dove sono necessarie ulteriori azioni. L’equità sociale, inclusa l’uguaglianza di genere, deve essere al centro di tutti questi piani e di tutto ciò che facciamo”.
Per aiutare i Paesi a individuare le opportunità per aumentare l’ambizione nei loro NDC, il Segretariato UNFCCC e NDC Partnership hanno presentato nel corso dell’evento NDC 3.0 Navigator, realizzato a seguito di approfonditi sondaggi, interviste e impegni con le parti interessate di vari Paesi, sarà regolarmente aggiornato per garantire che fornisca le informazioni più rilevanti disponibili. Anche se è stato progettato principalmente per supportare i Governi dei Paesi in via di sviluppo e le organizzazioni e gli individui che li sostengono, NDC 3.0 Navigator contiene informazioni utili per chiunque sia interessato a comprendere il contesto più ampio attorno agli NDC e il loro ruolo nel sostenere il progresso mondiale verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
“Ci siamo ritrovati con una montagna molto ripida da scalare per raggiungere risultati ambiziosi a Baku – ha concluso Stiell – Il nostro processo riguarda la ricerca di soluzioni. E possiamo ancora farlo. Dipende da tutti voi se lo faremo o meno. Il Segretariato UNFCCC sarà al vostro fianco in ogni passo di questo percorso”.