Un’ampia ricerca condotta da vari Istituti di ricerca internazionali sugli 11 mercati dell’auto più importanti che coprono l’80% del mercato globale ha scoperto che le emissioni reali delle auto diesel di NOx, inquinanti che sono responsabili di 38.000 morti premature all’anno, sono risultate superiori di 4,6 milioni di tonnellate rispetto agli standard dichiarati a seguito di test in laboratorio.
Secondo lo studio “Impacts and mitigation of excess diesel-related NOx emissions 11 major vehicle markets“, pubblicato on line su Nature Letter il 15 maggio 2017, i veicoli diesel emettono il 50% di ossidi di azoto (NOx) in più rispetto agli standard dichiarati a seguito dei test di laboratorio.
La ricerca, coordinata dal Consiglio Internazionale per il Trasporto Pulito (ICCT) e da Environmental Health Analytics LLC (una ONG con sede a Washington), in collaborazione con l’Università del Colorado-Boulder , lo Stockholm Environment Institute (SEI) – Università di York e l’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA), e finanziata da Fondazione Hewlett, Fondazione ClimateWorks, Fondazione European Climate, Fondazione Energy China e NASA Health and Air Quality Applied Science Team, ha preso in esame gli 11 mercati dell’auto più importanti (Australia, Brasile, Canada, Cina, UE, India, Giappone, Messico, Russia, Corea del Sud e Stati Uniti) che rappresentano approssimativamente l’80% del mercato mondiale delle auto diesel, scoprendo che nel 2015 sono stati emesse 13.2 milioni di tonnellate di NOx: 4,6 milioni di tonnellate in piùrispetto agli standard dichiarati a seguito di test in laboratorio.
Nel 2015 le emissioni di NOx dai motori diesel delle autovetture, dei camion e degli autobus sono state collegate a circa 38.000 morti premature in tutto il mondo, dando così un importante contributo alle morti causate dall’inquinamento atmosferico, con impatti in aumento, nonostante limiti regolatori.
“Mentre a livello mondiale i veicoli diesel su strada contribuiscono a superare il 20% delle emissioni totali di NOx, in diverse regioni la loro quota è molto più grande – ha dichiarato Zbigniew Klimont dello IIASA – Nell’UE supera il 40%, quasi la metà dovuta alla scarsa attuazione degli standard esistenti. Questo livello di emissioni potrebbe anche minacciare il raggiungimento di altri obiettivi ambientali che assumono la conformità a norme di emissione più severe“.
Con lo scoppio nel 2015 del Dieselgate ovvero delle rivelazioni che la Volkswagen e altri produttori avrebbero utilizzato software truccati per nascondere alle autorità di regolamentazione il fatto che le loro auto diesel emettessero troppi NOx, è aumentata la consapevolezza del problema nell’opinione pubblica.
La ricerca ha messo in evidenza, tuttavia, che non si tratta solo di alterazione di dati, bensì che le condizioni di guida su strada differiscono in modo sostanziale rispetto ai test di certificazione in laboratorio, per ragioni varie: da dettagli nella calibrazione dei motori al guasto di apparecchiature, ad inadeguata manutenzione, a manomissioni da parte dei proprietari dei veicoli.
Comunque, la Commissione UE ha deciso di rendere più stringente la normativa Euro VI, obbligando i costruttori a sottomettersi a dei test in condizioni reali di guida e non più solo in laboratorio, anche se possono ancora soprassedere fino al 2019 per 2,1 oltre la concentrazione autorizzata (80 mg di NOx al chilometro), che con l’entrata in vigore del nuovo metodo di omologazione (RDE) sarà abbassato ad 1,5.
“I produttori sanno come costruire veicoli meno inquinanti, ma scelgono di non farlo – ha osservato Ray Minjares, Ricercatore dell’ICCT e co-autore dello Studio – A livello globale, l’azione più importante per ridurre gli effetti sulla salute delle emissioni di NOx da diesel è di attuare e applicare lo standard di emissione di gas di scarico Euro VI per veicoli pesanti. Nel contempo, deve essere rafforzata la conformità dei veicoli leggeri alle nuove normative, eliminando le emissioni di NOX dai veicoli diesel“.
A livello mondiale, lo Studio prevede che l’impatto di tutte le emissioni di NOx da motori diesel determinerà un aumento di morti premature fino a 183.600 casi nel 2040, salvo che i Governi non intervengano in modo adeguato.
“Questo studio dimostra che i biossidi di azoto in eccesso dai motori diesel non hanno impatti solo sulla salute umana, ma anche sulla produzione agricola – ha osservato Christopher Malley, Ricercatore SEI – Università di York – Stimiamo che l’attuazione di standard di prossima generazione potrebbe ridurre la perdita di produzioni agricolo di 1-2% per il frumento e il mais cinese, e per la soia brasiliana, e di ulteriori 4 milioni di tonnellate di produzione agricola a livello globale“.