Un Rapporto del think tank scientifico Fondazione Aletheia presentato nel corso di un Convegno patrocinato dal Ministero della Salute, evidenzia gli impatti socio-economici di una cattiva alimentazione con cibi ultra-processati, per l’aumento di malattie correlate, mentre la dieta mediterranea ingloba ed esprime valori di contrasto.
Diete e modelli nutrizionali errati costano a ogni italiano circa trecento euro in più̀ all’anno e incidono sulla probabilità̀ di insorgenza di malattie determinando un duplice rischio: in termini di impatto sulla salute e, più̀ in generale, incrementando i costi economico- sociali, determinando una contrazione annua del PIL europeo del 3,3%.
Lo evidenzia un Rapporto della Fondazione Aletheia, think tank scientifico che riunisce alcune tra le firme più autorevoli del mondo accademico italiano per promuovere modelli nutrizionali e stili di vita sani, nata per approfondire attraverso analisi e ricerche tutte le questioni legate alla valorizzazione del patrimonio agroalimentare e per contrastare lo spreco alimentare, l’omologazione dei consumi e la tendenza diffusa, soprattutto nelle nuove generazioni, a preferire ultra-processati rispetto a quelli naturali. nata per approfondire attraverso analisi e ricerche tutte le questioni legate alla valorizzazione del patrimonio agroalimentare e al suo legame con la salute.
Il Rapporto è stato illustrato dal Comitato Scientifico della Fondazione nel corso dell’evento “Malattie, cibo e salute” svoltosi il 10 luglio 2024 con il patrocinio e nelle sedi del Ministero della Salute e alla presenza del Ministro Orazio Schillaci.
Secondo il report, nel 2023 l’eccesso di peso ha interessato il 46,4% della popolazione di maggiore età̀, rilevando una crescita nell’ultimo ventennio dell’7,1% delle persone in sovrappeso e del 36,4% di quelle affette da obesità.

A questo si aggiunge anche un aumento dell’incidenza di diabete che passa dal 6,3% nel 2021 al 6,6% nel 2022 con una crescita negli ultimi venti anni del 65%.
“Assistiamo spesso a disinformazione e strumentalizzazioni che spingono verso modelli di consumo dannosi per i cittadini – ha spiegato Riccardo Fargione, Direttore di Aletheia – Non possiamo permetterlo in un Paese, come l’Italia, ma neanche a livello globale, per il bene dei cittadini e dei nostri figli. Ed è per questo che con la Fondazione Aletheia ci siamo dotati di un team di medici e scienziati di altissimo profilo per provare a scardinare falsi miti e mettere ordine su un tema delicatissimo”.
L’incremento del sovrappeso legato ad una alimentazione errata rappresenta il 9% della spesa sanitaria nazionale e ad ogni italiano costa un’extra “tassa” annuale di 289 euro. In tal senso la dieta mediterranea, patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO, ingloba ed esprime differenti valori di contrasto a questo fenomeno.
“La Dieta Mediterranea – ha specificato Claudio Franceschi, Professore emerito di immunologia all’Università̀ di Bologna – rappresenta indiscutibilmente un elemento cardine per la salute dei cittadini poiché́ ha una serie di effetti favorevoli sulla composizione corporea, lo stato infiammatorio cronico caratteristico dell’invecchiamento ed anche su tutta una serie di parametri cognitivi”.
Nemica della salute è invece un’alimentazione ricca di cibi ultra-processati. Il rapporto evidenzia, infatti, come una riduzione del 20% delle calorie assunte da alimenti ad alto contenuto di zucchero, sale e grassi saturi potrebbe prevenire in Italia 688mila malattie croniche entro il 2050 e far risparmiare 278 milioni di euro l’anno di spesa sanitaria: circa 7 miliardi nei prossimi 25 anni.