In vista della COP27, l’UNEP ha pubblicato l’annuale Rapporto sul divario che rimane da colmare (AGR 2022) tra la pianificazione e l’attuazione delle misure di adattamento ai cambiamenti climatici, previste dall’Accordo di Parigi, rilevando che rimangono pesanti lacune nei finanziamenti per i Paesi in via di sviluppo e nell’attuazione concreta di misure per prevenire i rischi, quali le soluzioni basate sulla natura.
Con l’intensificarsi degli impatti climatici in tutto il mondo, i Paesi devono aumentare drasticamente i finanziamenti e l’attuazione di azioni progettate per aiutare le nazioni e le comunità vulnerabili ad adattarsi alla tempesta climatica.
In vista della Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC-COP27), il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) ha lanciato il 3 novembre 2022 nel corso di una Conferenza stampa virtuale l’edizione 2022 dell’Adaptation Gap Report (AGR) dal titolo “Too Little, Too Slow. Climate adaptation failure puts world at risk” (Troppo poco e troppo lentamente. Il fallimento dell’adattamento mette il mondo a rischio)), che fornisce, come avviene per l’Emissions Gap Report, un aggiornamento sugli sforzi nazionali e internazionali che vengono compiuti per l’adattamento ai cambiamenti climatici e il “divario” che rimane da colmare.
L’Accordo di Parigi prevede che tutti i Paesi firmatari pianifichino ed attuino misure di adattamento attraverso piani, studi e ricerche, monitoraggio degli effetti dei cambiamenti climatici, e investimenti per un futuro verde. L’Adaptation Gap Report mira a rispondere a 3 fondamentali domande:
– Cosa stiamo facendo oggi per adattarci?
– In che misura stiamo attualmente riducendo i rischi climatici?
– In che misura la nostra traiettoria di adattamento ci aiuterà a ridurre i rischi climatici futuri?
Dal Rapporto emerge che:
– più di 8 Paesi dei 197 dell’UNFCCC su 10 dispongono di almeno uno strumento nazionale di pianificazione dell’adattamento e stanno diventando migliori e più inclusivi;
– un terzo di loro ha incorporato obiettivi di adattamento quantificati e fissati nel tempo;
– quasi il 90% degli strumenti di pianificazione analizzati mostra considerazione per il genere e per i gruppi svantaggiati, come le popolazioni indigene.
Tuttavia, osserva l’UNEP, a questi piani non fa seguito il finanziamento per la loro attuazione. I flussi finanziari internazionali per l’adattamento verso i Paesi in via di sviluppo sono 5-10 volte inferiori ai fabbisogni stimati e il divario continua ad allargarsi. I flussi internazionali di finanziamenti per l’adattamento ai Paesi in via di sviluppo hanno raggiunto i 29 miliardi di dollari nel 2020, come riportato dai Paesi donatori, con un aumento del 4% rispetto al 2019, ma i flussi finanziari combinati di adattamento e mitigazione nel 2020 sono scesi di almeno 17 miliardi di dollari rispetto ai 100 miliardi di dollari promessi ai Paesi in via di sviluppo. È necessaria una significativa accelerazione per raggiungere il raddoppio dei flussi finanziari del 2019 entro il 2025, come auspicato dal Patto per il Clima di Glasgow.
Il fabbisogno annuale stimato di adattamento è di 160-340 miliardi di dollari entro il 2030 e di 315-565 miliardi di dollari entro il 2050. L’attuazione delle azioni di adattamento – concentrate in agricoltura, acqua, ecosistemi e settori trasversali – è in aumento, ma non tiene il passo con gli impatti climatici. Senza un cambiamento radicale nel sostegno, le azioni di adattamento potrebbero essere superate dalla realtà, accelerando i rischi climatici.
Inoltre, il rapporto rileva che collegare le azioni di adattamento e mitigazione, come le soluzioni basate sulla natura (NBS), fin dall’inizio nella pianificazione, nel finanziamento e nell’attuazione può aumentare i benefici collaterali, limitando anche potenziali effetti collaterali, come l’energia idroelettrica che riduce la sicurezza alimentare o l’irrigazione che aumenta il consumo di energia.
“Il messaggio di questo rapporto è chiaro: le nazioni devono essere all’altezza del patto per il clima di Glasgow con un’azione forte, a partire dalla COP27 di Sharm El-Sheikh, in Egitto – ha dichiarato Inger Andersen, Segretaria esecutiva dell’UNEP – Abbiamo bisogno di una rapida accelerazione della ricerca scientifica, di una pianificazione innovativa, di finanziamenti adeguati per l’attuazione e di una più profonda cooperazione internazionale. Come ha affermato oggi il Segretario generale delle Nazioni Unite, ‘La COP27 deve fornire una tabella di marcia chiara e limitata nel tempo per colmare il divario finanziario per affrontare perdite e danni. Questa sarà una cartina di tornasole centrale per il successo alla COP27’. Sì, la guerra in Ucraina, la carenza di forniture globali e la pandemia di COVID-19 hanno contribuito a una crisi energetica e di sicurezza alimentare. Il costo della vita sta salendo alle stelle. L’adattamento climatico potrebbe non sembrare una priorità in questo momento. Ma lo è. Anche se tutti gli impegni venissero attuati immediatamente, la realtà è che il cambiamento climatico in futuro sarà con noi per decenni. E i più poveri continuano a pagare il prezzo della nostra inerzia. Quindi, l’imperativo è dedicare tempo, sforzi, risorse e pianificazione all’azione di adattamento”.