La Commissione UE ha avviato una pubblica consultazione in vista della revisione della Direttiva sulle acque reflue urbane, al fine di acquisire pareri e osservazioni su come migliorarla per affrontare le nuove questioni emerse negli ultimi anni, anche luce di come la pandemia abbia evidenziato il ruolo essenziale del settore nella protezione della salute umana e dell’ambiente.
La Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (91/271/CEE) è stata adottata 30 anni fa per proteggere l’ambiente dagli effetti nocivi degli scarichi di acque reflue non trattate. La Valutazione pubblicata nel 2019 ha rilevato che la Direttiva funziona complessivamente bene, ma che vi sono alcuni settori che devono essere migliorati.
Anche alla luce del Green Deal europeo e del recente Piano d’azione “Azzerare l’inquinamento atmosferico, idrico e del suolo”, la Direttiva deve allinearsi alle nuove ambizioni in materia di ambiente e clima.
A tal fine, la Commissione UE ha avviato una Consultazione pubblica, aperta fino al 21 luglio 2021, per avere pareri e osservazioni su come affrontare le questioni individuate per garantire che la revisione della Direttiva sia adeguata per i prossimi decenni. In particolare, la Commissione chiede quali possibili miglioramenti siano da apportare alla Direttiva, per affrontare questioni che attualmente non sono da essa adeguatamente trattate e per affrontare le nuove questioni emerse negli ultimi decenni.
La Commissione UE, inoltre, ha evidenziato come nel corso della pandemia di Covid-19 il settore idrico, in particolare il settore delle acque reflue, abbia svolto un ruolo essenziale nella protezione della salute umana e dell’ambiente, essendo stato dimostrato che il nuovo coronavirus è presente, ma non è più contagioso se quando queste vengono adeguatamente trattate negli impianti di depurazione. Il monitoraggio della presenza del Covid-19 nelle acque reflue può anche aiutare a identificare le aree contaminate. L’importanza di avere un settore idrico dell’UE forte, sostenibile ed efficiente dal punto di vista energetico e di garantire la sua sostenibilità finanziaria a lungo termine deve essere riconosciuta quando si valutano le opzioni per migliorare una Direttiva chiave che disciplina questo settore.
Sono inviati a partecipare alla consultazione tutti i cittadini e l’insieme dei portatori d’interessi, in particolare chi è soggetto alla normativa sulle acque reflue urbane o le cui attività hanno un impatto su queste ultime e sulle tecnologie/sullo sviluppo tecnologico, compresi gli Stati membri dell’UE e le relative autorità pubbliche a livello nazionale, regionale e locale (ad esempio quelle responsabili dell’ambiente, della gestione delle acque reflue e della gestione dei fanghi di depurazione), gli operatori economici/industriali, quali le associazioni e le imprese (incluse le piccole e medie imprese), le associazioni dei responsabili della gestione delle risorse idriche a livello europeo, nazionale e regionale, le organizzazioni non governative (ONG) internazionali, le associazioni dei consumatori, il mondo accademico, le organizzazioni e gli istituti di ricerca e innovazione.
Per partecipare alla Consultazione si deve rispondere al Questionario, disponibile in tutte le lingue ufficiali dell’UE, che comprende sia domande che non richiedono conoscenze tecniche o specialistiche, sia una parte destinata ad esperti che si occupano di aspetti più tecnici delle tematiche/misure considerate nella revisione della Direttiva.
I pareri espressi confluiranno nella valutazione d’impatto che costituirà la base di conoscenze per qualsiasi modifica della Direttiva.