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Acque dolci: più salate per i cambiamenti climatici

Secondo uno Studio di ricercatori dell’Università di Utrecht e dell’Istituto di ricerca Deltares (Paesi Bassi) nei prossimi decenni l’impatto dell’innalzamento del livello del mare sull’intrusione di acqua salata nei fiumi potrebbe essere circa il doppio di quello della riduzione della portata fluviale e la probabilità di eventi estremi di intrusione, considerati attualmente fenomeni che si verificano una volta in un secolo, potrebbe aumentare fino al 25%, con conseguenze significative per la disponibilità di acque dolci per l’agricoltura e gli ecosistemi.

L’intrusione di sale nelle foci dei fiumi rappresenta un pericolo per la disponibilità di acque dolci nelle regioni costiere di tutto il mondo.

La conferma giunge dallo Studio Global increases of salt intrusion in estuaries under future environmental conditions”, pubblicato il 15 aprile 2025 su Nature Communications e condotto da ricercatori dell’Università di Utrect – Istituto per la ricerca marina e atmosferica (IMAU) e dell’Istituto di ricerca Deltares (Paesi Bassi, specializzato in Ingegneria idraulica), che ha analizzato 18 foci di fiumi di tutti i continenti, scoprendo che nell’89% dei casi il fronte salato si sta spostando più a monte, principalmente a causa dell’innalzamento del livello del mare e della riduzione della portata fluviale, soprattutto durante i mesi estivi, con effetti critici per la biodiversità, l’agricoltura e la qualità della vita di milioni di persone.

In questo studio, i ricercatori hanno esaminato i cambiamenti nell’intrusione di acqua salata in diciotto sistemi fluviali in tutto il mondo. Utilizzando simulazioni climatiche, hanno previsto le portate future dei fiumi e il relativo innalzamento del livello del mare, consentendo loro di prevedere le tendenze dell’intrusione di acqua salata fino alla fine di questo secolo.

Questo è il primo studio a valutare gli effetti combinati della variazione della portata fluviale e dell’innalzamento del livello del mare sull’intrusione di acqua salata su scala globale – ha dichiarato Henk Dijkstra, Professore di Dinamica oceanografica, presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Utrecht e Visiting Professor presso il Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica all’Università di Trento  co-responsabile del progetto, che ha supervisionato l’autore principale dello Studio Jiyong Lee, durante la sua ricerca post-dottorato – L’impatto sulla disponibilità di acqua dolce, sulla salute, sulla resa agricola e sulla qualità della vita nei delta può essere significativo e interessare milioni di persone. Bisogna tenerne conto nella gestione delle coste e nelle politiche di adattamento al clima”.

Sulla base dei risultati dell’analisi compiuta, infatti, i ricercatori ritengono che nei prossimi decenni, la riduzione della portata fluviale rappresenterà il maggiore rischio climatico per le riserve di acqua dolce. Entro la fine di questo secolo, l’impatto dell’innalzamento del livello del mare sull’intrusione di acqua salata potrebbe essere circa il doppio di quello della riduzione della portata fluviale. La probabilità di eventi estremi di intrusione di acqua salata – attualmente considerati fenomeni “una volta al secolo” – potrebbe aumentare fino al 25%.

Proiezioni future della portata fluviale nell’ambito del Shared Socioeconomic Pathway (SSP) 3–7.0 nelle simulazioni di grandi ensemble del Community Earth System Model 2 (CESM-LE2).
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 Le variazioni relative della portata minima media su 35 anni (Q10) per il periodo futuro (2066-2100) rispetto al periodo attuale (1996-2030), dove la portata minima è definita come il decimo percentile annuo della portata del fiume. Le variazioni relative in 10 corrispondono a ΔQ10∗=(Q10f−Q10p)/Q10p, dove Q10p e Q10f sono la media temporale di Q10 nel periodo attuale (1996-2030) e futuro (2066-2100). Le aree blu e rosse mostrano rispettivamente l’aumento e la diminuzione previsti di Q10 in futuro. Le celle della griglia contenenti Q10p<1m3s−1 sono mascherate. La mappa di base proviene da Natural Earth.
b Le variazioni relative nel 10° (arancione), 50° (blu) e 90° (viola) percentile della portata media del fiume su 35 anni tra i periodi futuri e presenti, espresse da diversi indici in Q. Qui le linee nere continue verticali mostrano la deviazione standard d’insieme della portata del fiume prevista in CESM-LE2. In entrambi i riquadri, ΔQ positivo e negativo sono associati alla diminuzione e all’aumento previsti della lunghezza di intrusione salina nel periodo futuro Fonte: Nature Communications, 2025).

Già nel X secolo, i contadini olandesi bonificavano i loro terreni, pompando acqua per abbassare il livello delle falde acquifere e rendere il paesaggio paludoso adatto all’agricoltura. Quando il terreno iniziò a sprofondare, costruirono dighe per tenere a bada il mare e preservare l’acqua dolce per l’agricoltura e per bere, ma queste condizioni stanno cambiando.

Il crescente impatto dell’intrusione di acqua salata coinvolgerà infatti i  Paesi Bassi Si prevede che l’acqua salata raggiungerà anche i fiumi olandesi più a monte, mentre potrebbe aumentare anche l’infiltrazione di acque sotterranee saline sotto le dighe, con conseguente aumento della salinità dei terreni. Ciò potrebbe avere conseguenze significative per l’agricoltura e gli ecosistemi, soprattutto nella parte occidentale del Paese. Alcune colture potrebbero avere difficoltà e alcune aree forestali potrebbero avere difficoltà a sopravvivere in condizioni di maggiore salinità.

Durante i periodi di siccità, quando i fiumi trasportano meno acqua, l’acqua salata può spingersi molto più all’interno – ha sottolineato Huib de Swart Professore di Oceanografia fisica dei mari costieri e di piattaforma all’Università di Utrecht, co-resposabile del Progetto – Attualmente, l’acqua salata può raggiungere fino a 35 chilometri nell’entroterra durante gli eventi estremi. Una volta ogni dieci anni, può spingersi fino a 40 chilometri. Ma le nostre proiezioni del nostro modello mostrano che questo potrebbe diventare molto più comune, potenzialmente ogni anno. Tra cento anni, l’intrusione media di acqua salata potrebbe estendersi dai 10 ai 15 chilometri più all’interno rispetto a oggi“.

Secondo De Swart, l’adattamento sarà essenziale. I sistemi di acqua potabile dovranno essere gestiti con maggiore attenzione, ad esempio immagazzinando acqua durante i mesi umidi e riutilizzando le acque grigi e quelle piovane, per gli sciacquoni dei WC o l’irrigazione dei giardini. L’agricoltura potrebbe essere costretta a passare a colture tolleranti al sale. E le industrie ad alto consumo idrico, come la produzione di carta, dovranno rivalutare la sostenibilità delle loro pratiche attuali.
Dovremo abituarci – ha concluso de Swart – all’idea che l’accesso illimitato all’acqua dolce non sia più scontato“.

Un precedente studio condotto da altri scienziati sulla costa della Carolina del Sud, ha constatato che gli ecosistemi delle paludi salmastre sono fortemente minacciate dall’aumento del livello del mare indotto dai cambiamenti climatici, la cui velocità supera la loro capacità di adattamento.

In copertina: Immagine satellitare della foce del fiume Schelda (Paesi Bassi) Fonte: ©ESA

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