Acqua Fiumi e laghi Mari e oceani Territorio e paesaggio

Acque di balneazione: l’85% dei siti europei ha lo standard di “eccellente”

acque di balneazione

Nonostante un leggero calo dei risultati, l’85% dei siti di acque di balneazione in tutta Europa monitorati nel 2017 ha soddisfatto il livello di qualità “eccellenti”, dando buone indicazioni ai vacanzieri per trovare le migliori acque in cui bagnarsi questa estate.

È quanto emerge dall’annuale Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) “European Bathing Water Quality in 2017”, pubblicato il 29 maggio 2018, dopo una valutazione che ha analizzato i campioni di acqua raccolti in 21.801 siti costieri e interni (compresi i 292 siti di Albania e Svizzera).

I risultati specifici del monitoraggio hanno mostrato un lieve calo (dall’85,5 del 2016 all’85% del 2017) dei siti UE che soddisfano gli standard di qualità di “eccellente” e di quelli di livello “sufficiente” (dal 96,3% del 2016 al 96% dello scorso anno). Il motivo della leggera flessione, secondo l’AEA, sarebbe da imputare principalmente all’effetto delle piogge estive sui risultati dei test e ai cambiamenti nella metodologia usata in Romania e Svezia.

Il numero di siti classificati come “scarsi” nel complesso è rimasto sostanzialmente invariato dal 2016 in tutta l’UE, Albania e Svizzera comprese, passando dall’1,5% nel 2016 all’1,4% nel 2017.

La qualità delle nostre acque di balneazione è motivo di orgoglio per gli europei, dovuta alla buona cooperazione e alla costante vigilanza – ha dichiarato Karmenu Vella, Commissario UE per l’Ambiente, gli Affari marittimi e la Pesca – Siamo lieti di annunciare che lo spirito europeo di cooperazione in materia di acque di balneazione è vivo e continua a portare vantaggi per i nostri cittadini. Se si aggiungono le misure recentemente proposte per mantenere le materie plastiche fuori dai nostri marisi deve osservare che è davvero un buon anno per mari, spiagge e laghi europei”.

La qualità delle acque di balneazione in Europa è notevolmente migliorata negli ultimi 40 anni, specialmente dopo che è stata introdotta la Direttiva europea sulle acque di balneazione (2006), che ha determinato un efficace monitoraggio e una efficiente gestione, riducendo drasticamente l’immissione di acque reflue urbane e industriali non trattate o parzialmente trattate. Di conseguenza, sempre più siti non solo soddisfano gli standard minimi, ma hanno anche migliorato la loro qualità secondo gli standard più elevati.

La contaminazione dell’acqua da parte di batteri fecali continua a rappresentare un rischio per la salute umana, specialmente se si trova nei siti di acque di balneazione. Nuotare in spiagge o laghi contaminati può causare malattie. Le principali fonti di inquinamento sono le acque reflue e l’acqua che defluisce dalle fattorie e dai terreni agricoli. Tale inquinamento aumenta durante le forti piogge e le inondazioni dovute al tracimare delle acque reflue e all’acqua inquinata di drenaggio che viene lavata nei fiumi e nei mari.

Tutti gli Stati membri dell’UE, oltre a Albania e Svizzera, controllano i loro siti di balneazione in base alle disposizioni della direttiva UE sulle acque di balneazione. La valutazione della qualità delle acque di balneazione ai sensi della direttiva sulle acque di balneazione utilizza i valori di due parametri microbiologici: enterococchi intestinali ed escherichia coli. La legislazione specifica se la qualità delle acque di balneazione può essere classificata come “eccellente”, “buona”, “sufficiente” o “scarsa”, a seconda dei livelli di batteri fecali rilevati. Laddove l’acqua è classificata come “scarsa”, gli Stati membri dovrebbero adottare determinate misure, come vietare la balneazione o pubblicare un avviso che le sconsiglia, fornire informazioni al pubblico e intraprendere adeguate azioni correttive.

Ridurre l’inquinamento delle acque avvantaggia il benessere dei cittadini europei, come pure della fauna e flora – ha ricordato Hans Bruyninckx, Direttore esecutivo dell’AEA – Ma non possiamo essere compiacenti. Mantenere pulita le nostre acque di balneazione richiede una costante attenzione da parte dei responsabili politici. Il monitoraggio e la regolare valutazionerdei siti di balneazione rimangono cruciali.

Risultati chiave del Rapporto
– In 5 Paesi il 95% o più delle acque di balneazione è stato valutato di qualità eccellente: in Lussemburgo tutte i 12 siti di acque di balneazione segnalati, a Malta il 98,9, a Cipro il 97,3%, in Grecia il 95,9% e in Austria il 95,1%.
– Tutti i siti segnalati di acque di balneazione in Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Romania, Slovenia e Svizzera hanno raggiunto almeno lo standard di “sufficiente” nel 2017.
– I 3 Paesi con il maggior numero di siti di acque di balneazione di qualità “scarsa” erano l’Italia (79 siti di acque di balneazione o 1,4%), la Francia (80 siti o 2,4%) e la Spagna (38 siti o 1,7%). La percentuale più elevata di acque di balneazione “scarse” tra gli Stati membri dell’UE si è registrata in Estonia (4 siti o 7,4%), Irlanda (7 o 4,9%) e Regno Unito (21 o 3,3%).

Oltre al Rapporto, quest’anno l’AEA ha pubblicato anche una mappa interattiva aggiornata che mostra le performance di ciascun sito.

Inoltre, sono disponibili anche rapporti aggiornati sui singoli Paesi, tra cui, ovviamente, quello dell’Italia dove di certo non mancano spiagge al mare e ai laghi dove, oltre la qualità delle acque di balneazione, è ottima l’offerta di servizi e di sicurezza, come dimostra il numero di Bandiere Blu assegnate quest’anno al nostro Paese dalla Foundation for Environmental Education (FEE).

Tuttavia per chi avesse intenzione e opportunità di recarsi in Paesi europei per trascorrere questa estate le vacanze al mare o ai laghi, l’AEA fornisce una buona indicazione dei siti in cui è possibile trovare la migliore qualità delle acque.

Immagine di copertina: San Sebastian (foto di Peter Kristensen, EEA)

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.