Un nuovo Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) individua le pressioni e i fattori trainanti delle principali sfide che debbono affrontare le acque europee, offrendo al contempo esempi di buone pratiche che dovrebbero essere adottate più diffusamente.
I corpi idrici europei soffrono di inquinamento agricolo e di acque reflue non sufficientemente trattate provenienti da città, industrie e abitazioni sparse. Le barriere artificiali, insieme alla navigazione, alle attività estrative, all’acquacoltura e alle specie aliene invasive causano ulteriori pressioni. Tuttavia, le soluzioni per affrontare i problemi esistono e dovrebbero essere adottate più diffusamente.
È l’assunto del nuovo Rapporto “Drivers of and ptressures arising from selected key water management challenges – A European overview”, pubblicato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) il 23 settembre 2021, con l’intento di fornire una panoramica europea dei principali fattori e pressioni che sono al centro delle principali sfide di gestione dell’acqua e che mettono maggiormente i corpi idrici europei al rischio di non raggiungere i principali obiettivi ambientali. L’identificazione delle pressioni e dei fattori trainanti delle principali sfide di gestione dell’acqua a livello europeo può aiutare a dare priorità alle questioni principali che dovrebbero essere affrontate con misure e azioni.
Nel complesso, il 22% dei corpi idrici superficiali europei e il 28% della superficie delle acque sotterranee sono significativamente colpiti dall’inquinamento diffuso dall’agricoltura, sia da sostanze nutritive che da pesticidi. Il deposito di inquinanti atmosferici, in particolare il mercurio, porta al cattivo stato chimico dei corpi idrici europei.
Inoltre, circa il 34% dei corpi idrici superficiali è significativamente interessato da cambiamenti strutturali correlati, ad esempio, alla stabilizzazione del canale fluviale, allo stoccaggio dell’acqua, all’energia idroelettrica, alla protezione dalle inondazioni o all’irrigazione.

I cambiamenti strutturali influenzano il corso e il flusso dei fiumi, con possibile importante impatto importante sulla biodiversità del fiume e delle pianure alluvionali. Molte delle strutture sono barriere di varie tipologie, ma per circa il 40% dei corpi idrici interessati non è chiaro il loro scopo, osserva il Rapporto dell’AEA.
Lo scorso febbraio in un briefing, l’Agenzia aveva sottolineato che per avere un quadro preciso della densità delle barriere sui fiumi europei e sul relativo impatto c’è la necessità di un banca dati aggiornata che tenga traccia delle nuove e di quelle esistenti e rimosse.
Pressioni minori, ma comunque importanti, includono l’acquacoltura e le specie esotiche invasive. L’AEA avverte che la scarsità d’acqua e gli eventi di siccità sono un problema crescente in molte aree d’Europa, sia in modo permanente che stagionale.
Circa il 6% dei corpi idrici superficiali europei e il 17% della superficie delle acque sotterranee sono significativamente interessati dall’estrazione di acqua, principalmente per usi agricoli, approvvigionamento idrico pubblico e per l’industria.
Tuttavia, l’AEA sottolinea che una migliore e più coerente applicazione della normativa esistente – tra cui la Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, la Direttiva sulle alluvioni, e la Direttiva quadro sulle acque – ridurrebbe le pressioni chiave sull’acqua.
Inoltre, tutti i settori che utilizzano l’acqua, come l’agricoltura, l’energia, l’estrazione mineraria, l’acquacoltura e la navigazione, dovrebbero adottare pratiche di gestione che possano mantenere gli ecosistemi acquatici sani e resilienti. Tra queste i programmi agricoli che riducono l’uso di pesticidi, la garanzia che l’energia idroelettrica permetta il flusso dei pesci, gli standard rigorosi per i carburanti usati per la navigazione e la conservazione degli argini dei fiumi.
Fabio Bastianelli