Economia e finanza Mari e oceani

Blue economy sostenibile: “Inserire il Blu nel Verde”

La Commissione UE ha proposto un approccio per la blue economy, che prevede una serie di azioni per favorire gli investimenti in aree marine protette, energia rinnovabile offshore e decarbonizzazione dei trasporti marittimo e porti, essenziale per garantire una ripresa verde e resiliente.

Con una Comunicazione adottata il 17 maggio 2021, la Commissione UE propone un nuovo approccio per una blue economy sostenibile che attiene alle industrie e ai settori dell’UE legati agli oceani, ai mari e alle coste, siano essi basati direttamente nell’ambiente marino (per es. navigazione, frutti di mare, produzione di energia) o terrestre (per es. porti, cantieri navali, infrastrutture costiere), essenziale per conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo e garantire una ripresa verde e inclusiva dalla pandemia.

Secondo l’ultimo Rapporto sulla blue economy dell’UE dello scorso giugno, il settore attualmente genera oltre 650 miliardi di euro di fatturato e 4,5 milioni di posti di lavoro diretti.

Gli oceani in salute sono un prerequisito indispensabile per una blue economy fiorente – ha dichiarato Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal – Inquinamento, pesca eccessiva e distruzione degli habitat, associati agli effetti della crisi climatica, sono tutti fattori che minacciano la ricca biodiversità marina da cui dipende la blu economy. Dobbiamo cambiare atteggiamento e sviluppare una blue economy sostenibile in cui la protezione ambientale e le attività economiche procedano di pari passo”.

Tutti i settori della blue economy, compresi la pesca, l’acquacoltura, il turismo costiero, i trasporti marittimi, le attività portuali e la cantieristica navale, dovranno ridurre il proprio impatto ambientale e climatico. Affrontare le crisi climatiche e della biodiversità richiede mari sani e un uso sostenibile delle loro risorse per creare alternative ai combustibili fossili e alla produzione alimentare tradizionale.

La transizione verso una blue economy blu sostenibile richiede investimenti in tecnologie innovative. L’energia delle onde e delle maree, la produzione di alghe, lo sviluppo di attrezzi da pesca innovativi o il ripristino degli ecosistemi marini creeranno nuovi posti di lavoro e imprese verdi nell’economia blu.

La Comunicazione definisce un programma dettagliato per la blue economy.
Raggiungere gli obiettivi della neutralità climatica e dell’inquinamento zero, in particolare sviluppando l’energia rinnovabile offshore, decarbonizzando il trasporto marittimo e rendendo più verdi i porti. Un mix sostenibile di energia oceanica che includa l’energia eolica galleggiante, termica, delle onde e delle maree potrebbe generare un quarto dell’elettricità dell’UE nel 2050. I porti sono fondamentali per la connettività e l’economia delle regioni e dei Paesi europei e potrebbero essere utilizzati come hub energetici.

Passare a un’economia circolare e ridurre l’inquinamento, anche attraverso standard rinnovati per la progettazione degli attrezzi da pesca, per il riciclaggio delle navi e per lo smantellamento delle piattaforme offshore e azioni per ridurre l’inquinamento da plastiche e microplastiche.

Preservare la biodiversità e investire nella natura: proteggere il 30% della superficie marittima dell’UE invertirà la perdita di biodiversità, aumenterà gli stock ittici, contribuirà alla mitigazione del clima e alla resilienza e genererà significativi vantaggi finanziari e sociali. L’impatto ambientale della pesca sugli habitat marini sarà ulteriormente minimizzato.

Sostenere l’adattamento al clima e la resilienza costiera: le attività di adattamento, come lo sviluppo di infrastrutture verdi nelle zone costiere e la protezione delle coste dal rischio di erosione e inondazioni, aiuteranno a preservare la biodiversità e i paesaggi, a vantaggio del turismo e dell’economia costiera.

Garantire una produzione alimentare sostenibile:la produzione sostenibile e nuovi standard di commercializzazione per i frutti di mare, l’uso di alghe e fanerogame marine, un controllo più forte della pesca nonché la ricerca e l’innovazione nei frutti di mare a base cellulare aiuteranno a preservare i mari europei. Con l’adozione degli Orientamenti strategici la Commissione si è impegnata anche a far crescere l‘acquacoltura sostenibile nell’UE.

Migliorare la gestione dello spazio in mare: il nuovo Blue Forum per gli utenti del mare per coordinare un dialogo tra operatori offshore, parti interessate e scienziati impegnati in pesca, acquacoltura, navigazione, turismo, energie rinnovabili e altre attività, stimolerà lo scambio cooperativo per l’uso sostenibile dell’ambiente marino. Un Rapporto sull’attuazione della Direttiva 2014/89/UE  sulla pianificazione dello spazio marittimo sarà pubblicata nel 2022, sulla base dei Piani nazionali dello spazio marittimo che gli Stati membri dovevano adottare entro lo scorso marzo.

Al riguardo segnaliamo che, secondo WWF Europe che ha pubblicato una Guida per supportare gli Stati dell’UE su come adottare una pianificazione dello spazio marittimo, come prevede la Direttiva del 2014, solo 6 Paesi costieri hanno provveduto alla sua redazione entro il 31 marzo 2021, e tra quelli che non hanno ottemperato alla scadenza prevista c’è l’Italia in grave ritardo.

La Commissione UE continuerà inoltre a creare le condizioni per una blue economy sostenibile a livello internazionale, seguendo l’agenda della governance internazionale degli oceani.

Finanziare la blue economy sostenibile
La Commissione UE e il gruppo della Banca europea per gli investimenti (BEI), composto dalla BEI e dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI), intensificheranno la loro cooperazione su una blu economy sostenibile. Le istituzioni lavoreranno insieme agli Stati membri per soddisfare le esigenze di finanziamento esistenti per ridurre l’inquinamento nei mari europei e sostenere gli investimenti per l’innovazione blu e la bioeconomia blu.

Il nuovo Fondo europeo per gli Affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura, in particolare con la sua PiattaformaBlueInvest” e il nuovo Fondo BlueInvest”, sosterrà la transizione verso catene del valore più sostenibili basate sugli oceani, sui mari e sulle attività costiere.

Per finanziare ulteriormente la trasformazione, la Commissione UE ha esortato gli Stati membri a includere investimenti per una blu economy sostenibile nei loro piani nazionali di resilienza e ripresa (PNRR), nonché nei loro programmi operativi nazionali per vari fondi dell’UE da qui al 2027. Altri programmi dell’UE, come il programma di ricerca Horizon Europe, contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi, e sarà istituita una missione dedicata sugli oceani e le acque.

Per quanto riguarda gli investimenti privati, i principi e gli standard di sostenibilità specifici per gli oceani concordati, come la Sustainable Blue Economy Finance Initiative, lanciata dall’ONU e sponsorizzata dall’UE, dovrebbero essere utilizzati nelle decisioni di investimento pertinenti.

La pandemia ha colpito i settori dell’economia marina in modi diversi ma profondi La pandemia non ha colpito allo stesso modo i vari settori dell’economia marittima, ma li ha comunque colpiti tutti pesantemente – ha sottolineato Virginijus Sinkevičius, Commissario UE per l’Ambiente, gli Affari marittimi e la Pesca – Abbiamo l’opportunità di ricominciare ex novo e vogliamo assicurarci che la ripresa prenda le distanze dal semplice sfruttamento e metta al centro la sostenibilità e la resilienza. Per essere veramente verdi, dobbiamo pensare anche al blu

I copertina: Il porto di Anversa (Fonte: Commissione UE)

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