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2025: Anno di pace?

L’Assemblea Generale delle Azioni Unite ha proclamato il 2025 Anno internazionale della pace e della fiducia, Papa Francesco nel suo messaggio per la 58ma Giornata internazionale della Pace (1° gennaio 2025) auspica che“il 2025 sia un anno in cui cresca la pace!”, ma i conflitti globali stanno coinvolgendo aree e popolazioni quante mai si erano registrate dalla II Guerra mondiale, mentre le spese militari globali sono in aumento e crescono le dichiarazioni di leader che minano il principio del multilateralismo su cui si basa l’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Ruotando e roteando nella spirale che sempre più si allarga,
Il falco non può più udire il falconiere;
Le cose si dissociano; il centro
Non regge; e la mera anarchia si rovescia sul mondo,
La torbida marea del sangue dilaga, e in ogni dove
Annega il rito dell’innocenza;
I migliori hanno perso ogni fede; e i peggiori
Si gonfiano di ardore appassionato.
[… ]

(Willian Butler Yeats, “Il secondo avvento” (1919), traduzione di Roberto Sanesi, Milano, Lerici, 1961)

Quando il Premio Nobel per la Letteratura 1923, scrisse questa poesia, una delle più conosciute e antologizzate delle sue raccolte, il mondo usciva da due terribili esperienza: la prima guerra mondiale che aveva provocato la morte di oltre 10 milioni di soldati; la pandemia di “influenza spagnolache fece, secondo gli ultimi studi, 50 milioni di morti.

Pur con le dovute approssimazioni e peculiarità, sono situazioni che stiamo vivendo di questi tempi. La frammentata gestione del Covid-19 prima, l’invasione della Russia in Ucraina poi, le successive carneficine in Medio oriente, nonché le minacce adombrate a pochi giorni dal suo insediamento dal neo- Presidente USA rieletto Donal Trump di uscire dall’Accordo di Parigi e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, di riprendersi il canale di Panama, di fare del Canada il 51° stato USA e di garantirsi il controllo della Groenlandia, territorio autonomo della Danimarca, mentre i Governi stanno stanziando nei bilanci previsionali sempre più fondi per armamenti e difesa, e lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) ha rivelato che in tutto il mondo i ricavi derivanti dalla vendita di armi e servizi militari da parte delle 100 maggiori aziende del settore hanno raggiunto i 632 miliardi di dollari nel 2023, con un aumento in termini reali del 4,2% rispetto al 2022, tutto sembra confermare che stiamo entrando in una nuova e pericolosa era in cui gli interessi nazionalistici prevalgono sul multilateralismo

In questo quadro, ben poca eco ha avuto sui media la risoluzione dell’Assemblea delle Nazioni Unite (UNGA) di proclamare il 2025 Anno internazionale della pace e della fiducia, invitando la comunità internazionale a risolvere i conflitti attraverso il dialogo e la negoziazione inclusivi, al fine di garantire il rafforzamento della pace e della fiducia nelle relazioni tra gli Stati membri delle Nazioni Unite, come valore che promuove lo sviluppo sostenibile, la sicurezza e i diritti umani.

La Risoluzione incoraggia tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite, le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali, regionali e subregionali, nonché la società civile, il settore privato, il mondo accademico e gli individui, a “diffondere i vantaggi della pace e della fiducia, anche attraverso attività educative e di sensibilizzazione pubblica“, individuando nell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) e il Dipartimento per gli affari politici e di costruzione della pace (DPPA) delle Nazioni Unite, quali facilitatori per le attività attuative per le celebrazioni.

Maggior impatto mediatico ha avuto il messaggio di Papa Francesco per la 58ª Giornata Mondiale della Pace che si celebra il 1° gennaio 2025, anche perché coincidente con l’inaugurazione dell’anno Giubilare, quale occasione per promuovere liberazione, pace e giustizia.

Che il 2025 sia un anno in cui cresca la pace! – vi si legge, tra l’altro – Quella pace vera e duratura, che non si ferma ai cavilli dei contratti o ai tavoli dei compromessi umani. Cerchiamo la pace vera, che viene donata da Dio a un cuore disarmato: un cuore che non si impunta a calcolare ciò che è mio e ciò che è tuo; un cuore che scioglie l’egoismo nella prontezza ad andare incontro agli altri; un cuore che non esita a riconoscersi debitore nei confronti di Dio e per questo è pronto a rimettere i debiti che opprimono il prossimo; un cuore che supera lo sconforto per il futuro con la speranza che ogni persona è una risorsa per questo mondo”.

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