Inquinamenti e bonifiche

Inquinamento da plastica: un inventario come per i gas serra

Ricercatori dell’Università di Toronto e del RIT di New York, ispirandosi agli inventari dell’IPCC per le emissioni di gas serra, hanno messo a punto un quadro di riferimento per identificare le principali attività che generano inquinamento da plastica in una determinata area e in un certo periodo di tempo, la cui metodologia potrebbe concorrere al successo del Trattato globale sulla plastica, per cui è in corso proprio in Canada la penultima riunione.

Un quadro per misurare le emissioni inquinanti della plastica, simile allo standard globale per misurare le emissioni di gas serra per identificare i maggiori contributori all’inquinamento da plastica dal livello locale a quello nazionale e migliorare le strategie messe in atto per ridurre l’inquinamento della plastica in tutto il mondo.

 È quanto emerge dallo Studio A City-Wide Emissions Inventory of Plastic Pollution”, condotto da ricercatori dell’Università di Toronto (Canada) e Rochester Institute of Technology (New York) e pubblicato sulla Environmental Science & Technology, la Rivista dell’American Chemical Society (ACS), in vicinanza della quarta e penultima sessione (Ottawa, 23-29 aprile 2024) del Comitato intergovernativo di negoziazione (INC4), per sviluppare il Trattato globale per la plastica, giuridicamente vincolante.

Assegnare la responsabilità dell’inquinamento a una giurisdizione con la capacità di emanare leggi significa che non si può nascondere la provenienza dell’inquinamento – ha affermato Xia Zhu, Dottoranda di ricerca presso il Dipartimento di Scienze fisiche e ambientali dell’Università di Toronto e principale autrice dello Studio – Rappresenta un’opportunità per identificare le principali fonti di inquinamento da plastica all’interno dell’area e definire misure per ridurre queste emissioni”.

Zhu e colleghi dell’Università di Toronto e del Rochester Institute of Technology si sono ispirati alle Linee guida per la compilazione degli inventari delle emissioni di gas serra stabiliti dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici. (IPCC). Adattandosi alle differenze fisiche tra gas serra e pezzi solidi di plastica, i ricercatori hanno utilizzato una metodologia simile per identificare le principali attività che generano inquinamento in una particolare area, calcolare la quantità di inquinamento generato da ciascuna attività in un dato periodo e tenere conto delle incertezze. correlate a ciascuna fonte di attività generatrice di inquinamento.

“Il nostro obiettivo era di sviluppare un meccanismo contabile o uno strumento per misurare le emissioni di plastica che qualsiasi livello di governo possa adottare – ha proseguito Zhu – Ma quel che è più importante, auspichiamo che lo strumento che abbiamo approntato permetta al settore della plastica di seguire le orme del settore del clima, in cui i Paesi presentano inventari nazionali delle emissioni a un organismo internazionale come le Nazioni Unite per monitorare i progressi verso il raggiungimento di un obiettivo globale. Attualmente non esistono inventari nazionali delle emissioni legate all’inquinamento da plastica, né esiste un obiettivo definito a livello globale per ridurne l’inquinamento”.

Per dimostrare l’utilità del quadro di riferimento, i ricercatori hanno creato un inventario delle emissioni dell’inquinamento da plastica per la città di Toronto per l’anno 2020, tratto da dati disponibili al pubblico raccolti attraverso controlli comunali sui rifiuti e altre fonti. Da un elenco di 9 tipologie di fonti – tra cui rifiuti, polvere di pneumatici di aerei e veicoli stradali, lavatrici e vernici dalla segnaletica stradale e dagli esterni delle case, è stato stimato che in quell’anno siano state emesse dall’interno dell’area urbana tra 3.531 e 3.852 tonnellate di inquinamento da plastica, di cui i rifiuti hanno costituito la quota maggiore con 3.099 tonnellate, mentre l’erba artificiale è stata responsabile della  maggior parte delle emissioni di microplastiche – particelle inferiori a 5mmdi diametro – con 237 tonnellate.

Non sorprende che i materiali più grandi, le cosiddette macroplastiche derivate da rifiuti mal gestiti, costituissero la maggior parte della massa – ha affermato la Professoressa assistente presso il Dipartimento di Ecologia e Biologia evolutiva dell’Università di Toronto e co-autrice dello Studio, Chelsea RochmanMa mette in ombra le piccole cose, le microplastiche che tendono ad essere di numero più elevato in termini di pezzi reali. Ciò suggerisce che le politiche relative alle microplastiche, oltre alle macroplastiche, sono fondamentali per ridurre le emissioni di plastica nella città di Toronto”.

Il caso di studio di Toronto è un esempio convincente dell’utilità del quadro, evidenziando i livelli allarmanti di rifiuti di plastica che si disperdono nell’ambiente e la necessità di politiche globali che affrontino sia le macro che le microplastiche.

Secondo i ricercatori gli inventari delle emissioni dell’inquinamento da plastica devono essere un elemento fondamentale di un trattato globale di successo sulla plastica e che il quadro dovrebbe essere applicato ad altre città, province, stati e paesi di tutto il mondo per comprendere meglio quali tipi di inquinamento da plastica si stanno verificando, e vengono rilasciati nell’ambiente.

Le linee guida possono essere applicate alle regioni di tutto il mondo, indipendentemente dal tipo di fonti presenti – ha concluso Zhu – Ogni regione geografica avrà caratteristiche diverse e l’inventario consentirà lo sviluppo di soluzioni su misura per quella specifica regione”.

Foto di copertina: Università di Toronto

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